LA VERTENZA
Alleati contro il rumore dei treni
Il Comune sostiene il ricorso di un cittadino verso Rfi e il Ministero dell’Ambiente
Il Comune sosterrà un cittadino residente nel ricorso che questi ha promosso al Tar del Lazio contro Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e contro il Ministero dell’Ambiente.
Si tratta di una “prima assoluta” per la provincia di Varese e di una rarità anche in Italia. La causa al Tribunale amministrativo del Lazio è «riferita al piano di interventi di contenimento e abbattimento del rumore ai sensi del decreto ministeriale del 29/11/2000».
Il ricorso al Tar intende quindi «sollecitare - si legge nella delibera di Giunta effettuata ieri, venerdì 24 maggio - gli enti nell’attuazione di quanto previsto dal suddetto piano lungo la ferrovia Oleggio-Bellinzona nel tratto Caldè-Laveno Mombello, che a oggi risultano non realizzati».
Si parla, per tradurlo in un linguaggio meno tecnico, della posa di barriere antirumore lungo la massicciata ferroviaria.
Opere che a più riprese sono state indicate come urgenti nei vari incartamenti e nelle missive ufficiali tra i gestori della rete e i vari Comuni interessati dalla linea.
Sempre più spesso fuori dei cancelli delle ville di pregio affacciate sul Lago Maggiore, proprio in quel tratto, compaiono i cartelli di vendita, tanto da far tuonare l’amministrazione.
In verità non accade solo in quel punto: anche a Porto Valtravaglia, Brezzo di Bedero e Luino, ma per ora solo Castelveccana ha preso un’iniziativa del genere.
La delibera di Giunta ricorda che il Comune, che aveva allora come sindaco Luciano Pezza, dal lontano 2005 ha intrapreso «una fitta attività di corrispondenze e di incontri tra i rappresentanti Rfi a livello politico locale, provinciale e regionale».
Il borgo in passato ha coinvolto attivamente anche altre amministrazioni come quella di Laveno Mombello sul fronte della sicurezza da garantire nella galleria ferroviaria - e le relative aree di accesso - che collega i due paesi rivieraschi.
Dal municipio rilevano altresì che tutte le numerose iniziative non hanno portato «riscontri rassicuranti» rispetto all’esecuzione di «lavori propedeutici al contenimento dei rumori dei convogli in transito».
Il Comune ha preso atto - si legge ancora - «che l’iniziativa promossa da questo signore è da condividere e sostenere a tutela degli interessi e della salute di tutti i cittadini interessati dalle criticità prodotte dal traffico ferroviario merci per il quale si prevede un’ulteriore intensificazione sia in termini di pesi sia di lunghezza dei convogli».
E dunque si ritiene di intervenire “ad adiuvandum”, come si dice in gergo tecnico, ossia a forte sostegno di questo ricorso che avrà luogo a Roma il prossimo 5 giugno contro Rfi e il Ministero.
Per questo motivo è stato nominato un legale di fiducia dell’amministrazione ed è stato autorizzato il sindaco pro tempore a costituirsi in giudizio.
Dopo molti incontri, quindi, per la prima volta un Comune sostiene la causa di un cittadino infastidito dal rumore crescente in un’area di rara bellezza attraversata dal lungo serpentone ferroviario che ha visto aumentare il numero e il peso di treni merci.
La delibera numero 42 del Comune potrebbe portare altri cittadini o Comuni interessati a questa causa a prendere la stessa decisione.
Ed è per questo che c’è attesa di sapere cosa sentenzierà il Tar del Lazio fra pochi giorni.
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