IL BORGO
Sacro Monte senz’auto: il deserto
La protesta dei ristoratori: clienti confusi. Ma bus e funicolare sono andati bene

Il deserto, o quasi, fino alle 15,30 di ieri pomeriggio, domenica 10 dicembre, al Sacro Monte. La strada chiusa all’altezza del bivio con Campo dei Fiori (largo Schiavetta), la pattuglia della polizia locale a presidiare ma soprattutto a raccogliere lo sfogo dei cittadini che non hanno letto i cartelli (pochi e poco visibili ma soprattutto con testi per nulla “immediati”).
Troppe persone non informate ancora della chiusura del Sacro Monte nelle domeniche di dicembre, fino al 24, ma solo al pomeriggio, dalle 14 alle 18, e così per non “sbagliare” non salgono proprio per trascorrere la giornata nel borgo.
A chi sapeva invece della possibilità di prendere il bus navetta o la funicolare si è però affiancato chi ha pensato che per tutto il giorno “Sacro Monte è chiuso” e così ha preferito non salire in mattinata e nel primo pomeriggio.
Risultato: locali semivuoti o quasi. Di certo nulla a che vedere con l’assalto di altri anni o semplicemente con il buono, anzi l’ottimo lavoro fatto dai ristornati nell’anomalo (per fortuna), mese di novembre.
«Una follia questa chiusura preventiva della strada - dice Mario Carabelli dell’hotel-ristorante Sacro Monte -. Bastava mettere la pattuglia più in giù e indirizzare le auto: non si tratta solo di scelte viabilistiche ma di marketing che va studiato: questa amministrazione comunale fa scappare la gente, almeno qui a Sacro Monte fa così: stamattina - continua il ristoratore - ho contato 22 persone a messa quando ve ne sono almeno tre volte tanto».
Riccardo Santinon, del Borducan: «La situazione è lì da guardare, quei cartelli scritti così male... bisogna informare bene e prima, non all’ultimo momento». E Lara Tedeschi del Montorfano: «Chiudere la strada è un errore, qui ci sono famiglie che devono lavorare e se non lo facciamo adesso che è Natale, quando? Ho avuto qualche cliente a pranzo, non mi lamento, ma nulla in confronto ad altre domeniche».
La signora Vittoria che gestisce con il figlio Gabriele Somaruga il Ristorante Milano: «Sono 60 anni che sento parlare del problema parcheggi a Sacro Monte, dal 1954 quando venne realizzato piazzale Pogliaghi - commenta -. Ora basta, non vedo come non si possa capire che è sufficiente mettere pattuglie di vigili che chiudano se davvero ci sono troppe auto e non in modo preventivo, perché così si rischia di avere qui poche persone».
A smontare l’idea del flop della chiusura della strada voluta per evitare troppo caos viabilistico, il viavai dei bus navetta e i numeri più che discreti della funicolare che ieri ha trasportato più o meno 600 persone, con chiusura alle 19,10 invece che un’ora prima (provate, il piccolo viaggio merita e se li incrociate, i dipendenti della nuova gestione Atm con Avt sono di una cortesia che rende l’esperienza ancora più piacevole). Molti hanno preso, nel pomeriggio, anche i bus navetta. Ma evidentemente non tutti hanno fatto una sosta nei locali. «I bus in servizio sulla C e sui “rinforzi” inserti verso il Sacro Monte, quelli che hanno permesso di portare la frequenza ogni 15 minuti sulla tratta piazzale Kennedy-centro-palasport-funicolare, sono stati utilizzati da molti utenti occasionali come dimostra la predominanza di carte di credito e bancomat per la convalida dei titoli di viaggio - dice Marco Regazzoni di Autolinee varesine -. E si è registrato un numero molto significativo di convalide alla fermata di via Manin, a conferma di come i parcheggi di palasport e stadio siano stati sfruttati».
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