IL DIBATTITO
«Sacro Monte, serve regia unica»
Graglia: Volontari spesso in ordine sparso, il rilancio passa da un coordinamento reale

La Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte da anni si occupa del restauro delle Cappelle, del santuario e della chiesetta a ridosso del convento delle Romite. «La Fondazione continua ad avere lo scopo di prendersi cura soprattutto dei valori artistici della Via Sacra - afferma il vicepresidente Michele Graglia -. Essendoci però molti attori che ruotano attorno al Sacro Monte, sarebbe necessaria una regia che possa coordinare le varie collaborazioni, rispettando le competenze di ciascuno. Parlando da varesino, credo che valga la pena che il Sacro Monte riceva tutte le attenzioni che si merita, ma in maniera coordinata, in modo che tutti i diversi sforzi si sommino per ottenere i migliori risultati».
Questa regia, secondo Graglia, dovrebbe dipendere direttamente dal sindaco. «In fin dei conti - sottolinea - il Sacro Monte è una parte della città. L’arciprete rappresenta un elemento importante della vita del borgo, però ci sono anche un valore artistico e un interesse turistico che vanno al di là della fede». Il vicepresidente della Fondazione insiste: «Bisogna ideare un percorso di sviluppo che sia realizzabile tenendo conto delle risorse umane ed economiche che si hanno a disposizione. Sarebbe opportuno guardarsi in giro e vedere come vengono gestiti altri luoghi analoghi, per attingere delle idee. E’ un lavoro che comporta impegno, risorse e volontà». Graglia mette al bando «qualsiasi individualismo e tendenza, tipicamente italiana, a voler fare la prima donna».
Sullo spirito di condivisione puntano anche i 55 volontari che, con le loro attività, ruotano attorno al santuario coordinati da don Agostino Ferrario.
«Anche in don Sergio Ghisoni abbiamo trovato un punto di riferimento importante - afferma Carla Geremia, una degli addetti alla vendita dei souvenir -, sempre pronto ad ascoltarci e a coinvolgerci nella vita della parrocchia». In sinton ia con gli altri volontari e all’arciprete sono anche gli Amici del Sacro Monte, associazione presieduta, da poco più di un mese, da Maria Bianchi.
«Ci siamo allineati con il nuovo arciprete per riuscire a valorizzare ancora di più questo posto - afferma -, perché, a parole, tutti ritengono il Sacro Monte una perla di Varese, ma, in pratica, sono poche le iniziative concrete. Si organizzano manifestazioni a spot che attirano tanta gente, ma la manutenzione non viene fatta, o almeno non esiste un programma cadenzato che, nelle varie stagioni, attivi un gruppo di persone che, mandate dal Comune, si occupino di sistemare il luogo. Parlo della parte pubblica del Sacro Monte e non della Via Sacra, privata. Per le Cappelle urge una sensibilizzazione dei privati le cui proprietà s’affacciano sul Viale, affinché, anche gradualmente, sistemino e riducano il verde se troppo invadente.
Trattandosi di un sito Unesco, forse esiste la possibilità di sgravi fiscali o sostegni economici. Bisogna pensare a uno studio per agire tutti in modo mirato e più efficace».
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