IL CASO
Salesiani, la Messa è finita
Pochi preti, niente liturgia: da luglio la cappella non sarà più aperta ai fedeli

Da luglio non sarà più possibile partecipare alla messa nella cappella, dedicata a Maria Ausiliatrice, dell’istituto salesiano «Antonio Tullio Maroni» di piazza san Giovanni Bosco.
Domenica 30 giugno, infatti, il direttore della casa salesiana varesina, don Claudio Ghisolfi, presiederà l’ultima celebrazione eucaristica alla quale potranno assistere i fedeli varesini. Una decisione sofferta, quella maturata dai vertici dell’ispettoria lombardo-emiliana «San Carlo Borromeo» della congregazione. Non è stato tuttavia possibile ignorare la difficoltà dei religiosi a continuare a offrire il servizio liturgico. Infatti, nonostante la comunità salesiana varesina risulti composta da cinque sacerdoti, solo due, il direttore e don Sandro Zoli, sono presenti in sede e svolgono il loro ministero. Gli altri tre componenti, don Vittorio Gandini, don Antonio Locati e don Gianluigi Colombo, sono anziani e vivono in strutture esterne.
La notizia è giunta mentre la città sta vivendo alcuni momenti di festa per l’ordinazione sacerdotale di don Giulio Benzoni e del nuovo responsabile della pastorale giovanile della comunità “Beato Don Carlo Gnocchi”, don Davide Caccianiga. Anche i salesiani, che dopo i gesuiti sono l’istituto di vita religiosa maschile più numeroso, devono confrontarsi con un costante e progressivo invecchiamento dei propri religiosi e un calo di nuove vocazioni che comportano un’inevitabile diminuzione del proprio servizio a favore della comunità cristiana.
In città, i religiosi che fanno riferimento a don Bosco sono presenti da 83 anni. Al termine dell’estate, probabilmente, nella casa varesina resterà solo don Claudio Ghisolfi perché, anche se è ancora incerta la nuova destinazione, anche don Sandro Zoli lascerà Varese.
Questi cambiamenti potrebbero far pensare a una prossima chiusura dell’istituto “Maroni”. Don Claudio, il cui incarico scadrà a fine agosto, esclude questa ipotesi. Negli ultimi sei anni, infatti, ha lavorato con la preside, Paola Maraschi, per garantire un futuro e migliorare l’offerta formativa della scuola secondaria di primo grado che, dal 1945, ha ospitato generazioni di giovani varesini. Tra gli ex allievi dell’istituto anche il sindaco, Davide Galimberti, e il “padre” della Protezione civile italiana, Giuseppe Zamberletti.
Oggi la scuola, in cui operano una quindicina di docenti ed è frequentata da centocinquanta studenti, rappresenta il futuro della presenza salesiana a Varese.
Il ruolo di don Claudio potrà diventare quello di garante dell’azione educativa di un’équipe di laici dotati di competenze scientifiche e psico-pedagogiche, ma soprattutto sempre ispirati nel loro rapporto con i giovani dal carisma di don Bosco.
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