IL CASO
Figlio di coppia gay, parola alla Cassazione
Dopo il ricorso presentato da Tarantino quando era sindaco
L’allora sindaco Leonardo Tarantino sul tema dei figli adottati da coppie omosessuali si espresse con pacatezza lasciando però intuire la sua inclinazione: «Ho dei dubbi rispetto all’educazione e alla crescita di un bimbo che non abbia due genitori di sesso e ruoli diversi», disse quando la Corte d’Appello dispose di iscrivere nel registro anagrafico samaratese l’adozione di un bimbo accolto da due gay (uno dei genitori era appunto di Samarate).
Ma l’ultima parola spetta alle sezioni unite della Cassazione, chiamata a decidere se gli uffici anagrafici dei Comuni possano recepire le adozioni già accettate e validate in un Paese straniero. È stata infatti messa in discussione, dagli ermellini, la decisione della corte milanese che nel 2017 dichiarò «l’efficacia nella Repubblica Italiana dell’adozione di un bambino dichiarata valida nello Stato di New York, da parte di una coppia costituita da due uomini, nessuno dei quali con legame biologico con il bimbo», che oggi ha dieci anni.
E fu proprio l’ex sindaco Tarantino a fare ricorso ai supremi giudici, nonostante avesse dichiarato: «Non mi permetto di giudicare e rispetto il sentimento tra due persone dello stesso sesso. I loro probabilmente sono sentimenti sinceri e genuini, anche verso il figlio adottato negli Stati Uniti, quindi la loro è una richiesta del tutto legittima, anche se contrasta con le mie convinzioni personali».
Secondo i giudici milanesi, «l’adozione di un minore da parte di partner dello stesso sesso, pronunciata in altro Stato, non è contraria all’ordine pubblico internazionale, tenuto conto dell’interesse superiore del minore al mantenimento dello status filiationis riconosciuto in altro Stato». Secondo la Cassazione non c’è dubbio sul fatto che il sindaco sia «contraddittore necessario» in questi procedimenti e, quindi, è legittimato a partecipare.
Per quanto riguarda invece la trascrizione delle adozioni straniere da parte di coppie gay, gli ermellini rilevano che «siccome le nostre norme — anche dopo la legge Cirinnà sulle unioni civili — hanno espressamente escluso la possibilità da parte di coppie dello stesso sesso di poter accedere all’adozione legittimante», tale tema è una «questione di particolare importanza, involgendo delicatissimi e rilevanti profili di diritto» che deve essere deciso dalle sezioni unite. Saranno loro — in data che deve essere definita, previo parere del primo presidente — a valutare se l’attuale nozione di ordine pubblico, soggetto nel tempo a modificazioni in dipendenza dell’evoluzione dei rapporti politici, economici e sociali, sia pronta a dare il via libera a queste adozioni legittimanti, originate da procedure fatte all’estero sulla base del solo consenso dei genitori naturali del bambino, considerato anche che ci sono altre forme adozione (prevedono però qualche limite alla piena genitorialità ) alle quali comunque gli omosessuali possono ricorrere. A dieci anni, insomma, il bimbo di origini americane non è ancora certo di avere genitori legali.
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