IL CASO
«Punta dal ragno violino: un inferno»
L’odissea di nonna Gabriella: l’animaletto si era nascosto in un pezzo di giornale. «Per mesi abbiamo fatto fuori e dentro dagli ospedali»

Il suo nome e il suo aspetto potrebbero far pensare a un piccolo insetto del tutto innocuo. Invece il Ragno Violino, seppur di dimensioni ridotte e nemmeno tanto raccapricciante alla vista, può diventare molto pericoloso per le persone.
Un animale che in città non si trova? Niente affatto. Anzi, basta aver magari del cartone o fogli di giornale conservati in qualche angolo della casa per poi ritrovarsi al pronto soccorso con il braccio paralizzato.
Lo sa bene la signora Gabriella, classe 1952, nonna di otto nipoti di cui si prende cura ogni giorno, che ha trascorso mesi entrando e uscendo dagli ospedali della provincia per cercare di guarire il suo braccio, colpito proprio da una puntura del fastidiosissimo ragnetto.
A raccontare la disavventura - per fortuna poi a lieto fine - è la figlia Francesca. La puntura risale allo scorso ottobre, ma sua madre ha ripreso la sua vita normale solo da poco tempo.
«Noi abitiamo in una cascina ristrutturata in centro - racconta Francesca - e abbiamo una parte lasciata a rustico. È accaduto tutto lì. Mia madre stava riordinando dei cartoni e dei giornali. Ha piegato un pezzo di carta e ha sentito un bruciore al dito. Lei ha pensato fosse uno di quei taglietti fastidiosi che si fanno con la carta e al momento non ci ha dato peso. Però ha visto un piccolissimo ragnetto uscire proprio da quel pezzo di giornale. In realtà da quel momento è iniziato l’inferno».
Già durante quella stessa notte la signora Gabriella ha iniziato a sentire un fortissimo prurito in tutto il braccio, ha avuto sudori e sbalzi di temperatura e l’arto si è intorpidito. Al mattino è andata al pronto soccorso dell’ospedale di Gallarate raccontando l’episodio. «I medici hanno collegato la puntura al ragno - ricorda la figlia - e hanno prescritto una terapia di antibiotici, ma si è capito che avevano ben poca esperienza di casi del genere».
Non notando miglioramenti, ma addirittura sopportando dolori sempre più intensi, Gabriella e la sua famiglia si sono rivolti all’ospedale di Busto Arsizio. Ma le condizioni del braccio non miglioravano un granché e anche i dolori continuavano senza sosta.
Non solo. Le dita oggetto della puntura cominciavano a diventare nere. «Si è temuta la necrosi - racconta la figlia - e a quel punto, mia sorella, che è infermiera, ha deciso di intervenire personalmente, incidendo là dove il ragno aveva colpito. Ed è stato l’inizio dell’uscita dal tunnel».
L’incisione ha consentito la fuoriuscita del liquido infettivo e da quel momento, con le cure adeguate di antibiotici e altri medicinali per evitare ulteriori infezioni, Gabriella si è avviata lentamente alla guarigione. «Ora mia mamma sta bene e ha ripreso la sua vita normale - conclude Francesca - ma il nostro appello a tutti è di fare molta attenzione: sembra un ragnetto qualsiasi, ma in realtà è molto pericoloso».
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