APPELLO PUBBLICO
«Siamo gente perbene, non lasciateci in strada»
Una famiglia di Samarate a un passo dallo sfratto. Tutto è iniziato con la morte della proprietaria della casa. Chiesto aiuto anche al Comune di Busto

Il grido d’allarme arriva in questo piovoso fine estate da due persone, marito e moglie, che piangono e si tengono per mano. Implorano: «Non lasciateci in mezzo a una strada e senza una casa. Noi stiamo combattendo. Ma aiutateci».
OPERAIO E CASALINGA
William Pozzi è un padre di famiglia che da ventidue anni è operaio ecologico alla municipalizzata Agesp di Busto Arsizio. Accanto a lui c’è Rosa Infurna, casalinga. Sono genitori di tre figli. La famiglia Pozzi da otto anni vive in affitto in una piccola villetta in via dell’Alberone non lontano dal cimitero di Verghera, a Samarate. Da un po’ per loro le giornate sono dure: il tempo scorre inesorabile, mentre il rischio di sfratto si fa sempre più concreto. Al punto da volere rendere pubblica la loro storia.
RISPETTO DELLE REGOLE
Chiamata la Prealpina, marito e moglie chiedono aiuto. «In questi otto anni abbiamo sempre pagato regolarmente l’affitto e, con uno stipendio, abbiamo dovuto privilegiare il rispetto delle regole al benessere dei nostri figli», rimarca lui. I problemi, evidenziano entrambi, sono cominciati lo scorso anno a seguito della morte dell’usufruttuaria della casa - abitavano vicini - con la quale c’è sempre stato un ottimo rapporto. Spiega Pozzi: «I guai sono iniziati ad agosto 2023, a un mese dalla scomparsa della proprietaria, quando abbiamo ricevuto una lettera raccomandata delle due figlie, e nuove usufruttuarie, in cui ribadivano la volontà di non rinnovare il contratto di affitto in scadenza il 28 febbraio 2024 senza specificare ufficialmente le reali motivazioni, da parte loro, di questa disdetta». Ci sarebbero voci di paese non confermate e da verificare della loro volontà di vendere la casa. «Negli ultimi mesi - continua - si è aperto un contenzioso giudiziario tra la nuova proprietà e noi inquilini in quanto ora non stiamo più pagando, dopo la disdetta, per cercare di mettere via dei soldi e risparmiare qualcosa in vista della costruzione per noi di un nuovo futuro».
NATALE E AUTO
Un futuro in cui la parola “sfratto” non è più un tabù. Ma William e Rita non si arrendono: «Siamo persone con dignità e abbiamo sempre lavorato. Sappiamo cosa vuol dire fare sacrifici e lottare. Non vogliamo trascorrere il Natale in mezzo alla strada o dormire nella nostra auto». La famiglia in questi mesi si è rivolta in primo luogo al comune di Busto Arsizio – al sindaco Emanuele Antonelli e soprattutto all’assessore Paola Reguzzoni (Servizi sociali) - dove vorrebbero ritornare, ma anche al Comune di Samarate e all’ufficio Servizi sociali. «Abbiamo raccolto tante promesse, tante parole, ma zero fatti, noi siamo persone perbene che abbiamo sempre lavorato, siamo stanchi e non sappiamo più dove andare a sbattere la testa». Dunque la richiesta è quella di un essere aiutati a trovare un alloggio. Conclude William: «Io non ho il coraggio di guardare i miei figli. Mi vergogno, siamo morti dentro».
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