LA SCALA DEL CALCIO
«San Siro di Varese»
Salvare lo stadio Meazza: il progetto c’è. E la firma viene dalla Città Giardino

Beppe Sala arriva oggi, mercoledì 22 settembre, a Varese per sostenere Davide Galimberti, ma il fil rouge tra il sindaco meneghino e il collega del capoluogo prealpino non finisce qui. Riccardo Aceti e Nicola Magistretti, uno milanista e l’altro interista ma varesini doc, sono gli ingegneri che hanno firmato il progetto di restyling di San Siro.
Ristrutturare lo stadio esistente, senza abbatterlo o ricostruirlo da zero, è la soluzione migliore per tutti, promettono loro: costa meno, rispetta l’ambiente e non cancella la storia di uno degli stadi più famosi al mondo. L’idea di fornire un progetto alternativo sul futuro della “Scala del calcio” nasce nel 2017, quando Aceti - che è anche docente a contratto al Politecnico di Milano – segue un progetto di tesi con alcuni suoi studenti, riguardante la fattibilità della demolizione del terzo anello di San Siro, sempre meno utilizzato.
«Da lì ho capito che per dare a Milano uno stadio all’avanguardia non c’era bisogno di costruirne uno nuovo», racconta Aceti: «Così con l’ingegnere Magistretti abbiamo sviluppato un progetto approfondito, che a fine 2020 abbiamo proposto al sindaco Sala e all’assessore Maran. Contiamo di avere una risposta dopo le elezioni».
Il progetto varesino prevede la demolizione del terzo anello e la trasformazione di quest’ultimo in una galleria panoramica polifunzionale, da cui ricavare spazi commerciali aperti 7 giorni su 7: negozi, bar, ristoranti, spazi multimediali, musei, campetti sportivi, una nuova prospettiva da cui seguire partite e concerti. Previsto anche il rinnovamento degli spazi nel retro tribuna e un’implementazione dei servizi di sicurezza e accessibilità, con ascensori per favorire l’ingresso dei disabili.
«Ricostruire lo stadio da zero costerebbe 650 milioni di euro», spiega Magistretti, «mentre il nostro progetto prevede una spesa di circa 300 milioni. Senza sottovalutare l’impatto ambientale: gli altri progetti presentati prevedono di costruire lo stadio nel terreno adiacente a San Siro, così da continuare a usarlo finché il nuovo non verrà completato. Ma così si occuperebbe lo spazio dell’adiacente Parco intitolato a Facchetti e Maldini: una mancanza di rispetto verso i due campioni».
Il Comune di Milano manterrebbe una quota dei ricavi dello stadio, e la concessione durerebbe 50 anni anziché 99. Secondo i due progettisti è la formula “win-win-win”: «Vince il Comune, vincono i cittadini e vincono le due squadre, che avrebbero lo stesso ritorno economico che deriverebbe dalla realizzazione di uno stadio nuovo, ma spendendo meno della metà. Non è un caso se il Real Madrid ha deciso di ammodernare il Bernabeu anziché demolirlo».
Nessuna operazione nostalgia, né un ripiego: «Siamo convinti che l’ammodernamento di San Siro sia la migliore soluzione possibile, da ogni punto di vista. Parliamo del terzo monumento più visitato a Milano dopo il Duomo e La Scala: cosa pensereste se qualcuno chiedesse di abbatterli?».
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