Cercò di uccidere il capo: 4 anni
Condannato il dipendente della Stie che massacrò di botte il suo superiore
Un permesso lavorativo negato, il culmine di una serie di ostacoli che gli venivano frapposti: fuori di sé l’ex esattore di biglietti Stie Filippo Mazzitelli a settembre del 2017 mandò in coma a calci e pugni Vezio Guidobono, ossia il suo capo.
Ieri il gup Luisa Bovitutti ha condannato l’ex dipendente della società di trasporti per tentato omicidio a una pena di quattro anni che tiene conto della scelta del rito abbreviato, quindi dello sconto di un terzo. Non può che essere soddisfatto l’avvocato Davide Toscani, «Perché quattro anni per tentato omicidio è una condanna molto mite e consentirà all’imputato di non entrare in carcere e di ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali».
Il procuratore aggiunto Giuseppe D’Amico aveva chiesto cinque anni e quattro mesi ma il giudice ha analizzato la vicenda in tutta la sua complessità.
L’avvocato Toscani infatti spiega: «Dopo aver subito quelle che riteneva vessazioni e ingiustizie, il mio assistito ha avuto una reazione d’impulso e con rabbia se l’è presa con il suo superiore. Ha sbagliato, si è scusato, con il Tfr ha risarcito il danno alla parte offesa». E inoltre l’Inail ha liquidato a Guidobono circa 100mila euro a titolo di infortunio.
Dunque i rapporti tra Guidobono e Mazzitelli erano tesi da tempo, da quando cioè il dipendente della Stie aveva chiesto il prepensionamento rivolgendosi ai piani alti e quindi scavalcando di fatto il suo responsabile. A quanto pare da quel momento Guidobono avrebbe iniziato ad applicare metodi rigidi e intransigenza spropositata. Le ferie erano un miraggio, i permessi ancor di più. Poi arrivò pure una contestazione disciplinare. L’imputato - ora cinquantanovenne - aveva i genitori anziani e malati. Spesso la richiesta di assentarsi dal lavoro era legata all’esigenza di accudirli, come il 31 luglio e il 31 agosto, quando manifestò la necessità di avere un giorno di ferie e uno di congedo entrambi negati da Guidobono. Il 4 settembre l’esattore di biglietti della società di trasporti perse la pazienza e si arrivò al tentato omicidio.
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