SALUTE
Sanità svizzera con la flebo: stipendi su con meno ore di lavoro
Ospedali fra bilanci in rosso e poco personale: tutte le scelte per “guarire”. In corso la riorganizzazione del sistema: più medici e infermieri, salari più alti e orari ridotti

Il numero di iscritti al concorsone unificato per infermieri promosso da Asst Lariana in collaborazione con le altre Asst del territorio - Valle Olona e Sette Laghi, e Ats Insubria - specularmente è di stretto interesse anche per i cantoni Ticino e Grigioni, vere calamite per i professionisti di Varesotto e Comasco. Il concorso del 31 luglio scorso, svolto all’auditorium dell’ospedale Sant’Anna, metteva a bando 306 posti: sono state presentate 150 domande mentre sono 93 gli iscritti che si sono poi presentati. Spesso una prima e superficiale disamina dei numeri porta a pensare che il solo motivo per cui i professionisti sanitari delle province lombarde e piemontesi lasciano le strutture di confine, sia solo lo stipendio.
BILANCI IN CRISI
È davvero così, ed è tutto perfetto il settore? Cominciamo con il dire che stando a un’analisi della società di consulenza Kpmg, l’anno scorso due ospedali su tre erano nelle cifre rosse e complessivamente hanno generato una perdita di un miliardo di franchi, tanto da far suonare il campanello della crisi. Lo stesso rapporto, citato dal quotidiano zurighese Neue Zürcher Zeitung (Nzz), ha tenuto conto di 48 strutture sanitarie - ospedali universitari, di medie e piccole dimensioni, cliniche psichiatriche, di riabilitazione e specializzate - e di queste solo 14 hanno mostrato nel 2023 un avanzo d’esercizio. Da una parte gli ospedali non sono stati in grado di riprendersi dalla crisi in cui li ha fatti precipitare il Covid, dall’altro la carenza di manodopera qualificata ha costretto gli operatori a offrire condizioni di lavoro più interessanti a infermieri e medici. Non si può fare a meno di loro, vanno pagati qualcosa di più per incentivarli a rimanere. Ma, come detto, non si tratta solo di soldi.
Alcune strutture stanno ad esempio sperimentando nuovi modelli che prevedono lo stesso stipendio a fronte di un minore tempo di lavoro, oppure viene potenziata la percentuale di personale per evitare che i professionisti dell’assistenza vadano in esaurimento e scappino dalla professione.
L’articolo completo sulla Prealpina di martedì 6 agosto in edicola e anche in edizione digitale.
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