MORTI IN CORSIA
Ergastolo a Cazzaniga
Condanna a vita per l’ex viceprimario del pronto soccorso di Saronno. «Non sono lady Macbeth», si era difeso l’imputato in aula prima della camera di consiglio

Leonardo Cazzaniga è stato condannato all’ergastolo per 12 omicidi. È la sentenza pronunciata dalla Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio nei confronti dell’ex viceprimario del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, al termine di sette ore di Camera di Consiglio. Accolta quindi la richiesta pronunciata dall’accusa al termine della requisitoria.
Nel dettaglio, Cazzaniga è stato ritenuto colpevole di omicidio volontario nei confronti di 12 persone, dieci pazienti in corsia e madre e suocero di Laura Taroni, l’infermiera sua ex amante. La Corte lo ha assolto invece dall’accusa di omicidio della suocera, Maria Rita Clerici, e di due pazienti del Pronto Soccorso. Per un terzo decesso era stata la stessa accusa a chiedere l’assoluzione durante la requisitoria finale.
Condannati, tutti a due anni e sei mesi, il medico legale Maria Luisa Pennuto, il primario del pronto soccorso Nicola Scoppetta, il direttore medico Paolo Valentini e il direttore sanitario dell'ospedale Roberto Cosentina.
«Non sono sollevata, la condanna non può lenire il nostro dolore, il modo in cui questi eventi ci hanno travolto, soprattutto i miei nipoti». Lo ha detto Gabriella Guerra, sorella di Massimo Guerra, una delle persone morte, al termine della lettura della sentenza di condanna all’ergastolo di Cazzaniga.
Prima che la corte si ritirasse in attesa della sentenza, l’imputato aveva chiesto la prola per un’ultima replica: «Pur nella acuta consapevolezza d’essere imputato di 14 omicidi volontari, quindi un “demonio“, un “killer spietato“, ribadisco di non aver mai agito come Lady Macbeth suggerì al consorte».
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