DELITTO DI SARONNO
Killer in fuga: «Se braccato potrebbe uccidere ancora»
Giallo sulla lite con i sudamericani di domenica sera. Ricerche all’estero: ha una miriade di alias e la possibilità di ottenere documenti falsi

Sull’identità del killer di Vadym Usatyi gli inquirenti preferiscono non dare dettagli. Perché è un uomo pericoloso, un delinquente che si eleva dalla media di quelli che normalmente popolano la zona della stazione. Se avesse la percezione di essere braccato, il quarantenne pur di sottrarsi alla cattura potrebbe uccidere ancora. I carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Francesca Parola, ormai lo cercano anche all’estero, l’ipotesi svizzera è però più un pour parler che una pista confermata perché la realtà è molto più complessa, l’assassino potrebbe nascondersi indisturbato anche dietro a un cespuglio. A quanto pare infatti ha una miriade di alias e la possibilità di ottenere documenti falsi.
GIALLO SULLA LITE CON I SUDAMERICANI
Domenica sera - 27 ottobre - l’uomo avrebbe avuto un’accesa discussione con dei sudamericani che vivono nella casa di cortile in via Varese. Sembra pretendesse dei soldi, ma sul punto gli ispanici sentiti dagli investigatori sono stati molto fumosi e incoerenti tra loro. Hanno paura, è evidente. Gli inquirenti stanno cercando di discernere tra piccole verità e grosse bugie e non tanto per ricostruire il movente del delitto, quanto per rintracciare l’albanese. Sta di fatto che dopo la litigata il quarantenne, fuori di sé per la rabbia, sarebbe sceso correndo come una furia e per pura fatalità si sarebbe ritrovato davanti Vadym. E per ragioni ancora ignote gli ha sparato due colpi di pistola al petto.
LA VITTIMA
L’ucraino era un clochard, un quarantaseienne che viveva ai margini, tirando avanti con l’elemosina e la solidarietà delle associazioni. Trascorreva le nottate in stazione con altri sventurati come lui e a quanto pare in via Varese non lo aveva mai visto nessuno. I carabinieri lo hanno identificato grazie a un altro senzatetto che si trovava poco lontano dal cortile. Gli investigatori sono alquanto sicuri: i due non si conoscevano. Non avevano nulla da spartire né motivi di rancore. Due estranei che hanno incrociato il proprio cammino nel momento sbagliato. Possibile? Si capirà solo quando le indagini saranno alla svolta.
Il servizio completo sulla Prealpina di giovedì 31 ottobre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
© Riproduzione Riservata