LA RIVELAZIONE
«Salvammo 11 ragazzi ebrei»
Paolo Lazzaroni racconta per la prima volta il gesto compiuto dal padre: i giovani nascosti dietro le latte dei biscotti

Nascosti fra le scatole dei biscotti, alla Lazzaroni furono salvati undici giovani ebrei: storia inedita che ha visto protagonista la famiglia dei celebri industriali saronnesi degli amaretti, storia cittadina rivelata l’altra sera all’incontro promosso dal Rotary Club Saronno guidato da Guido Rota Baldini, al centro conferenze della Rotonda.
Paolo Lazzaroni ha scelto di raccontare, dopo decenni, una vicenda finora custodita solo negli archivi di famiglia. L’ha condivisa in una toccante serata di approfondimento e riflessione sulle leggi razziali del periodo fascista.
Con l’aiuto dello storico locale Giuseppe Nigro, Lazzaroni ha scavato nei suoi ricordi di bambino, portando alla luce un episodio di coraggio e solidarietà che aveva visto protagonista suo padre Mario nell’allora stabilimento degli amaretti, che ai tempi si trovava in pieno centro, in via Carcano, nei pressi della stazione delle Ferrovie Nord.
«Era la primavera del 1944 e in fabbrica, mandati dalle Acli e dalla Curia, arrivarono per cercare protezione undici giovani ebrei, che erano diretti verso la sicura Svizzera - ha raccontato Paolo Lazzaroni - Poco dopo sopraggiunse anche un manipolo di soldati tedeschi guidati da un colonnello». Facile immaginare l’apprensione. È vero, l’esercito non sapeva chi ci fosse nella fabbrica ma c’era comunque il rischio che i fuggiaschi fossero trovati, perché l’ufficiale voleva a tutti i costi visitare gli impianti dove venivano prodotte le gallette per i soldati: «Era tardi e i macchinari erano fermi, gli operai erano già andati via. Allora papà trovò il giusto stratagemma. Con la scusa di fargli vedere lo stabilimento in piena attività, invitò il colonnello a restare a cena con la sua famiglia e fu suo ospite anche per la notte».
Una nottata che poi fu particolarmente intensa perché con i tedeschi a distanza di sicurezza, Lazzaroni - rischiando tutto, perché se scoperto sarebbe stato sicuramente fucilato - ritornò in azienda per nascondere i ragazzi: «C’era un capannone destinato a contenere le celebri scatole di latta dei biscotti, dietro alle quali era già stata celata un’auto, perché non fosse confiscata dai soldati come era già successo ad altri mezzi. Un’Aprilia a sette posti, i giovani si accomodarono in parte sui sedili, in parte fuori dalla vettura ma nascosti dalle scatole e invisibili. Non furono trovati. Poi furono portati al confine elvetico con un camion, tempo dopo giunse la notizia che erano riusciti a mettersi in salvo».
Una vicenda bellissima e a lieto fine, di cui lo storico Nigro riferirà nel dettaglio in una sua futura pubblicazione sul passato di Saronno, dopo avere riscoperto le peripezie delle famiglie ebree dei Friedmann e dei Sonnino, dinastie di imprenditori che tanto fecero nel Saronnese e che riuscirono rocambolescamente a sfuggire ai nazisti.
La serata ha consentito di approfondire momenti sinora sconosciuti della storia saronnese, in un periodo storico tanto difficile come quello della Seconda guerra mondiale e proprio mentre in tutto il mondo si commemora la Giornata della memoria.
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