ISOLINO VIRGINIA
Scavi archeologici, anche subacquei
L’assessore alla Cultura Roberto Cecchi: «Valorizzare il sito e renderlo fruibile»

Decolla il progetto di valorizzazione dell’Isolino Virginia. In gennaio si comincerà infatti la ricerca degli esperti che dovranno riaprire gli scavi archeologici. Sulla terraferma ma anche sott’acqua.
Uno dei tanti tasselli di un puzzle complesso ed esteso su più anni, finalizzato alla ripresa delle indagini e a rendere accessibili gli scavi al pubblico.
Non ha senso riportare alla luce i segni della vita quotidiana dell’uomo di settemila anni fa, se poi nessuno può avvicinarsi, guardare, capire. Ecco perché il progetto di ripresa e ripristino degli scavi ha un aspetto, quello della possibilità di fare vedere da vicino, magari grazie a passerelle sopraelevate, e “toccare con mano”, i lavori di ricerca.
Un aspetto inserito nel rilancio complessivo dell’Isolino che sorge sul lago di Varese, nel comune di Biandronno, e che è proprietà del capoluogo. Il progetto è di Palazzo Estense con la collaborazione della Sovrintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio, e ha ottenuto una parziale copertura finanziaria grazie a un bando regionale (circa 85mila euro per un piano di intervento globale di 200mila euro), che consentirà di procedere al rilancio dell’Isolino. «Valorizzazione significa anche e soprattutto - spiega l’assessore alla Cultura Roberto Cecchi - rendere disponibile a tutti i cittadini la conoscenza del patrimonio e agevolare, per quanto possibile, la sua fruizione al pubblico».
Il patrimonio archeologico che ancora va indagato si trova anche sott’acqua. Ancora molto possono rivelare gli scavi archeologici. Quelli del 2008 hanno permesso di aprire una parte dell’area indagata negli anni Cinquanta del secolo scorso da Mario Bertolone. E, dicono gli esperti nella loro relazione a supporto del progetto, sono di «eccezionale interesse le sequenze stratigrafiche leggibili sulle sezioni di scavo, tra le quali una rilevante compresa fra un periodo posteriore al 4899 e precedente al 4590 avanti Cristo». Gli scavi archeologici saranno anche subacquei. «Verranno eseguite analisi archeometriche, con la datazione al carbonio 14, per precisare meglio le sequenze cronologiche dell’insediamento - continua l’assessore -, inoltre si procederà con il prelievo di campioni di palo dell’insediamento e con l’analisi dendrocronologica». Il patrimonio sommerso vicino alle sponde dell’Isolino sarà dunque protetto con la posa di boe per delimitare gli scavi subacquei tra il vecchio e il nuovo pontile.
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