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Sei uomini, tutti di nazionalità marocchina, sono stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di detenzione illecita di armi comuni da sparo.

Le indagini sono partite da accertamenti nei boschi dove viene venduta droga, in Valganna e nelle valli del Luinese.

In due distinte operazioni, i militari sono risaliti a spacciatori che erano appunto in possesso di armi. A tradire gli arrestati è stata la loro “vanità”: si erano scattati dei selfie mentre esibivano fucili e pistole.

Ecco la ricostruzione delle due vicende. La prima risale alla fine dello scorso anno, quando scoppiò un incendio a Montegrino Valtravaglia.

Ebbene, i carabinieri forestali di Cunardo, nel corso delle operazioni di spegnimento, avevano rinvenuto nel bosco un telefono cellulare parzialmente bruciato. L’analisi dei contenuti del dispositivo, aveva portato così alla scoperta delle fotografie in cui tre stranieri maneggiavano pistole e fucili.

I tre sono stati successivamente identificati e quindi catturati tra il 9 gennaio e il 19 marzo: un 20enne è stato rintracciato in una casa abbandonata in via Lugano, a Luino, mentre un trentenne e un 40enne sono stati fermati a Milano.

Il secondo episodio risale al 5 marzo: in una zona boschiva di Marzio, i carabinieri di Luino hanno ritrovato un’Audi A3. Nel cruscotto del veicolo è stato recuperato un telefono cellulare contenente, anche in questo caso, tre stranieri che imbracciavano fucili e mostravano cocaina. Identificati, i carabinieri - in esecuzione di un’ordinanza cautelare disposta dal Tribunale di Varese - li hanno tratti in arresto nel corso di un’operazione effettuata venerdì scorso, 15 marzo, alla “sbarra”, località di spaccio lungo la strada che conduce appunto alla frazione di Valganna.

Nella circostanza sono stati ritrovati, nascosti nei boschi, una carabina “Flobert”, risultata poi rubata, una doppietta calibro 16, un coltello a serramanico e una roncola, oltre a munizioni di vario tipo, un etto di cocaina, 50 grammi di hashish e 20 di eroina.

p.m.

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