IL DISGUIDO
Tariffe Seprio Park: un caos
Dopo il teatro, 5 euro il prezzo della sosta che doveva essere gratis

Metti una sera a teatro. O al cineforum. Solito posto da mezzo secolo: le Arti di via don Minzoni. Un’istituzione per generazioni di gallaratesi. I quali, in occasione degli appuntamenti infrasettimanali con la prosa o la settima arte, da quando è stato realizzato, possono lasciare l’auto in sosta gratuita al Seprio Park nel periodo dello spettacolo.
C’è un’apposita convenzione tra la sala da sempre ben governata dall’infaticabile don Alberto Dell’Orto e l’Amsc che è proprietaria del silo interrato. Peccato che mercoledì 17 gennaio, a sera, dopo aver visto la commedia “Due” con Raul Bova e Chiara Francini, il numeroso pubblico non soltanto abbia dovuto pagare il parcheggio, ma abbia anche dovuto sborsare una cifra del tutto fuori da ogni previsione: chi quattro, chi cinque euro.
Abbastanza per scaricare tutto il proprio disappunto sui social e spingere l’onorevole Angelo Senaldi (Pd) a domandarsi, su Facebook, se a Gallarate ci sia ancora un reale sostegno alla cultura. Riflessione che rimane anche dopo la soluzione del caso, avvenuta ieri, venerdì 19 gennaio, corredata di immediato rimborso ai tanti che si sono lamentati via mail con la multiservizi.
Ma si sa: questa è da sempre la città del confronto, della discussione, del dibattito e pure della polemica. Naturale allora che un caso del genere diventi motivo di protesta. Come dimostrano le numerose risposte arrivate al post di Senaldi che ha segnalato con amarezza la brutta sorpresa che, l’altra sera, si erano ritrovati gli spettatori appena usciti dalle Arti.
«Probabilmente l’orologio della cassa automatica non è tarato in modo preciso: credo che sia scattata la tariffa notturna alle 22.30 anziché alle 23.30 e si sia aggiunta al normale costo orario», ragiona a voce il piddino. «Comunque sia, il punto è che da anni in occasione degli spettacoli la sosta al Seprio era gratuita. Ora si paga. E ciò si aggiunge al caso Filosofarti e a tutto il resto».
In realtà, andando a fondo della questione, si scopre che si è tratto di un semplice disguido. Il che ovviamente non toglie legittimità politica alla considerazione generale di Senaldi sulla cultura cittadina, pur tuttavia ricompone la vicenda in un imprevisto di carattere tecnico.
«Quello che era gratis è ancora gratis». Lo afferma per sgomberare subito il campo da qualsiasi dubbio Micaela Mora, componente del consiglio di amministrazione di Amsc presieduto da Roberto Campari, la quale si occupa direttamente del rilancio del multipiano di via Bonomi. E la quale, dopo aver finalmente posto rimedio al ritardo dell’applicazione dei prezzi promozionali, proprio non avrebbe voluto dover affrontare anche questo guaio.
«Un problema tecnico dipeso dalla riprogrammazione della cassa richiesta dalle nuove tariffe», spiega.
«In pratica, era stata mal programmata e, nel momento in cui doveva scattare la gratuità in base al calendario inviatoci dalle Arti, è andata in tilt».
Tutto, dunque, per le tariffe speciali. Una beffa. Così, oltre al costo orario gli utenti si sono visti addebitare i 3 euro notturni.
Di positivo c’è che è stato tutto risolto.
«Cassa sistemata», assicura Mora. «E anche già rimborsati tutti coloro che ci hanno inviato una mail di lamentela». Che in fondo resta un efficace sistema per avere soluzioni in tempi rapidi.
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