MACCHINE UTENSILI
«Serve personale, ma non si trova»
Il presidente di Ucimi: commesse in crescita del 70%, ma si impennano anche i costi
Che il 2021 fosse un anno particolarmente positivo per i costruttori di macchine utensili - settore che in provincia conta una sessantina di aziende - lo si era già compreso alla fine del terzo trimestre, con gli ordini in netta ripresa. Ora però, con i numeri di fine anno, si può tranquillamente parlare di una vera e propria esplosione di commesse.
I dati delle vendite
Secondo i dati elaborati dall’ufficio studi di Ucimu, l’unione costruttori macchine utensili, infatti, su base annua l’indice degli ordini segna un incremento del 70,1%.
A fare un vero e proprio balzo in avanti sono stati gli ordini raccolti sul mercato interno che hanno segnato +166,6% in più rispetto al 2020. L’estero si è stabilizzato a + 43,6%. La ripresa corre, dunque, ma gestirla non è semplice. Sì perchè una produzione così ricca deve fare i conti con i costi e la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, le bollette energetiche alle stelle e la difficoltà a trovare personale da assumere, oggi quanto mai necessario.
Le grandi difficoltà
«Sì le nostre aziende - spiega Barbara Colombo, numero uno della Ficep di Gazzada e presidente di Ucimu - stanno vivendo una situazione sui generis. Abbiamo il portafoglio ordini che non è mai stato così ricco a inizio anno, ma abbiamo serie difficoltà a rispettare le date di consegna. La difficoltà a reperire materia prima ci allunga i tempi fino a quattro mesi e, contemporaneamente, nei nostri capannoni abbiamo bisogno di rinforzi nelle squadre di produzione che non riusciamo a trovare. In provincia di Varese questa è una difficoltà decisamente diffusa. Noi, ad esempio, avremmo bisogno di inserire una ventina di persone, con diverse mansioni, ma fatichiamo a firmare lettere di assunzioni».
Certo le competenze ci devono essere. Nelle aziende varesine servono progettisti, tecnici di produzione, manutentori, tecnici di installazione ma anche di rete e sicurezza informatica, oltre a pianificatori della produzione. «È chiaro che nelle nostre aziende oggi la tecnologia è l’elemento principe - spiega Colombo - e non ci si può improvvisare. Il personale deve essere qualificato. Ecco perchè collaboriamo molto anche con gli istituti superiori della provincia, l’Itis Ponti di Gallarate e l’Ite di Saronno, per formare ragazzi in grado di rispondere alle esigenze delle nostre aziende». Non solo. Proprio ieri Fondazione Ucimu ha messo nero su bianco la nascita di un nuovo Its dedicato alla meccatronica con sede a Castano Primo e Saronno.
Certo è che quello del personale è solo uno degli ostacoli posti lungo il percorso della ripresa economica del settore.
Costi di produzione su
«I costi di produzione che dobbiamo sostenere sono in costante aumento - prosegue la presidente - Stiamo assistendo all’incremento vertiginoso dei prezzi di materie prime, componenti e energia, incrementi che non possiamo certo ribaltare sui nostri clienti. Per i materiali l’impatto sulle nostre imprese è diretto e dunque devastante; per l’energia, l’effetto diretto è meno problematico, poiché il settore non è classificato certo tra i grandi energivori, ma è ugualmente molto pesante poiché incide sulla nostra filiera a monte e a valle. L’altro giorno un mio fornitore, azienda seria della provincia con cui lavoriamo da anni, mi ha detto: se non aumentiamo i prezzi del 15% chiudo l’azienda. Non possiamo non tenerne conto».
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