LA SENTENZA
Sesso con ragazzina. Condannato
Rapporti con una quindicenne: due anni e quattro mesi. I due si erano conosciuti grazie alle gare di “agility dog”

Alla sbarra erano finiti entrambi, marito e moglie, con l’agghiacciante accusa di violenza sessuale di gruppo.
La sentenza pronunciata giovedì 21 luglio dal presidente Anna Azzenaha però assolto la donna e condannato l’uomo a due anni e quattro mesi di reclusione, riqualificando però il reato in atti sessuali con minore di 16 anni e assolvendolo dall’altra capo d’imputazione che lo riguardava, ossia detenzione di materiale pedopornografico.
Si è chiusa così, almeno per ora, la declinazione giudiziaria d’una brutta vicenda venuta alla luce circa cinque anni fa, su cui indagò la Direzione distrettuale antimafia di Milano.
All’epoca la vittima di quelle attenzioni sessuali non aveva ancora compiuto 16 anni ma la sua abilità di conduttrice nelle competizioni di “agility dog” - ossia lo sport cinofilo che consiste nel far percorrere ai cani un tracciato attrezzato - l’aveva portata a partecipare a competizioni in varie città, anche all’estero.
Essendo minorenne, il padre l’aveva affidata a un uomo sposato, oggi cinquantenne e residente in provincia, a sua volta esperto di questa disciplina, e considerato al di sopra di ogni sospetto.
Ma in base a quanto emerso in dibattimento, confidenza e affetto tra l’uomo e la ragazzina si sarebbero tramutati in qualcosa di ben più subdolo e morboso: masturbazione, palpeggiamenti in parti intime, fino alla contestazione di rapporti sessuali completi.
Articolo completo sulla Prealpina di venerdì 22 luglio.
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