L’INDAGINE
Sesso da 5mila euro al giorno
Vasta operazione dei carabinieri contro le squillo cinesi. Otto nei guai con base anche a Gallarate

Un giro di prostituzione a livello nazionale che ha toccato anche Gallarate. I carabinieri di Venezia martedì 5 dicembre hanno eseguito otto misure cautelari nei confronti di un gruppo dedito allo sfruttamento di ragazze cinesi clandestine, nell’ambito di un’operazione molto vasta che ha portato al sequestro di appartamenti e auto per un valore di oltre un milione di euro.
A capo dell’organizzazione, strutturata in modo gerarchico, due donne orientali e i conviventi italiani.
Nei guai Xiu Yumei (quarantasettenne) Qin Xiuxia (quarantaquattro anni), Alessandro Ansuini (quarantacinquenne), Fang Yanhong (trentaquattrenne), Roberto Raffaldi (di cinquantadue anni), Liu Fen (quarantottenne) e Yu Wenkuan (trentottenne).
Le indagini, partite nel luglio 2015, hanno consentito di identificare circa quaranta persone, tra lucciole e proprietari di appartamenti (sia di nazionalità italiana che cinese), che affittavano ai capi della banda immobili adibiti a postriboli.
È stata accertata la presenza di una ventina di case a luci rosse a Chiaravalle (Ancona), Montemarciano, Marcon (Venezia), Calcio (Bergamo), Piacenza, Caronno Pertusella, Milano, Cesano Maderno, Sanremo, Fano, Zogno (Bergamo), Mandolossa, Biella, Orte (Viterbo) e a Gallarate appunto.
Le giovani venivano attirate in Italia dai connazionali con la promessa di un lavoro sicuro e poi costrette a vivere in condizioni disumane, private di ogni libertà.
Ai vertici dell’associazione vi erano quattro donne asiatiche, che avevano le basi operative tra il Veneto e la Lombardia, ma che viaggiavano frequentemente sui treni ad alta velocità per raccogliere il guadagno delle ragazze.
Nel corso delle indagini è stato stimato l’introito giornaliero che ogni alloggio riusciva a totalizzare e si parla di almeno 5000 euro al giorno, ossia circa 150.000 euro al mese.
Gran parte del flusso di denaro veniva poi reinvestito direttamente in Italia. All’operazione, ribattezzata Freccia Gialla, hanno lavorato i carabinieri della compagnia di Mestre in collaborazione con i colleghi di Milano, Rho, Treviglio, Chiari e Desenzano del Garda.
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