RIONE MULINI
Dal cantiere, la Storia
Durante gli scavi scoperta una sepoltura dell’Età del Ferro

Il rione Mulini, nella fascia di terreno adiacente l’alzaia Leandro Mattea e il fiume Ticino, continua a regalare reperti della Civiltà di Golasecca.
L’ultima scoperta è avvenuta in via Marconi in un cantiere di una proprietà privata. Come prassi, in occasione di escavazioni in prossimità del fiume, scatta da parte della Sovrintendenza, il controllo dei terreni ad “alto rischio archeologico”.
Nel caso di ieri si tratta di un piccolo intervento edilizio che ha messo in luce una sepoltura dell’Età del Ferro appartenente alla Civiltà di Golasecca. La Sovrintendenza Archeologica in collaborazione col Civico Museo Archeologico collocato nel Municipio sopra la Biblioteca, ha analizzato due fosse di circa 60 centimetri di diametro poste a breve distanza l’una dall’altra: la prima foderata da alcuni ciottoli e con una pietra pianeggiante posta sul fondo conteneva un’urna decorata ad incisione con i più tipici “denti di lupo”, con i resti cremati del defunto sui quali era stato collocato, come ultimo gesto simbolico, un piccolo bicchiere. L’urna era stata quindi chiusa all’imboccatura da una ciotola capovolta di cui sono stati recuperati diversi frammenti ceramici. Alcuni dei caratteri strutturali e tipologici delle ceramiche consentono di ipotizzare una prima datazione della sepoltura alla seconda metà del VIII secolo a.C. Il secondo pozzetto conteneva in abbondante terra di rogo una pietra pianeggiante su cui era stata collocata diritta una coppa, caratteristiche che inducono ad interpretare questa seconda entità come una sorta di pozzetto destinato a contenere offerte in relazione con la vicina tomba secondo una ritualità che risulta particolarmente interessante perché, se confermata, è ancora poco documentata. Solo con il completo restauro dei materiali e delle analisi che potranno essere condotte sui resti cremati e sulle terre di rogo si potrà avere un più preciso quadro di attribuzione cronologica e paleoantropologica. Durante le operazioni di recupero dei reperti archeologici erano presenti il sindaco Giovanni Buzzi e l’assessore alla cultura Edoardo Favaron. Con questi reperti il Museo Civico di Sesto Calende si arricchisce di nuove importanti testimonianze.
Recentemente tra le attività collaterali al Museo è stato presentato il terzo volume della Collana di Studi sulla Cultura Celtica di Golasecca. La cerimonia di presentazione del nuovo volume “Zixu” si è svolta nella sala consiliare del Comune con una numerosa e qualificata partecipazione di esperti e archeologi che sulla Civiltà di Golasecca vantano una lunga esperienza con scritti e documenti pubblicati nel corso degli anni.
Ad aprire gli interventi dei relatori è stato Luca Rinaldi, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese che ha ricordato la numerosa presenza di Musei locali in provincia di Varese, da Sesto Calende ad Angera, da Somma Lombardo ad Arsago Seprio, Castelletto Ticino e il nuovo Museo di Golasecca. Il conservatore del Museo di Sesto Calende, Mauro Squarzanti, illustrando la terza puntata di studi sulla Civiltà di Golasecca ha ribadito che «la pubblicazione di questi tre volumi si è rivelata una scelta felice, sia per l’Amministrazione comunale grazie all’assessore Silvia Fantino, sia per le tante persone che hanno lavorato e collaborato al progetto editoriale. Questo terzo volume è stato stampato da “Interlinea” di Novara, una scelta nuova che ci assicura una diffusione internazionale dell’opera».
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