OSPEDALE
Silvia batte il tumore e si sposa
La tenace battaglia di una trentenne curata dall’équipe di Marco Bregni. Sconfitto il male, party a sorpresa in reparto: uno spot per l’Oncologia

Solo chi ci è passato può capire cosa significhi. Può, cioè, avere percezione di un linfoma di Hodgkin che ti aggredisce quando hai trent’anni, quando la prima linea di terapia non dà risposte valide, quando cioè bisogna alzare la dose della chemioterapia ai massimi livelli e ti aggrappi a una speranza sempre più flebile. E intanto ti distruggi. Ma adesso Silvia Cannata, siciliana nata nel 1984, chiamata alla partita più difficile, sta bene. Ufficialmente.
La malattia è in regressione completa, la giovane ha ripreso il suo cammino, anzi pochi giorni fa si è pure sposata. «E sono felice – diceva in un ritaglio di tempo prima delle nozze – se la mia storia può servire a dar coraggio ad altre persone». In fondo a lei il coraggio non è mancato, neppure nel metterci la faccia, raccontando su Facebook, giorno dopo giorno, il confronto feroce con il linfoma. Così la possibilità di fare di una storia personale uno spot, viene ora presa al volo anche dal reparto di Oncologia dell’ospedale di Busto, una realtà d’eccellenza, nella quale la sfida (dura, dolorosa, tante volte ancora perdente contro i tumori) va avanti senza sosta. «La malattia di Silvia è ormai in regressione completa. Non parliamo di fatto straordinario, però…». Però Lorena Appio, una delle dottoresse che l’ha seguita più da vicino, sa quanto sia stato sottile a un certo punto il filo che l’ha tenuta legata alla vita. Fra la ragazza e i suoi medici, capitanati dal primario Marco Bregni, ma anche i volontari della Lilt che seguono i pazienti, si è creato un legame fortissimo.
E il lieto fine di questo labirintico percorso ha trasformato per qualche ora la corsia dell’ospedale in un salone delle feste.
Servizio completo sulla Prealpina di sabato 23 luglio
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