IL CASO
«Sindaco, a casa!»: minoranza in Tribunale
Il primo cittadino di Bedero nel mirino per un debito che nel frattempo è stato saldato

«Il sindaco Galli non può ricoprire la carica perché al momento del voto aveva un debito con il Comune. Per questo deve essere annullata la delibera di giugno che ha convalidato il risultato delle elezioni amministrative». È questa, in estrema sintesi, la tesi dei consiglieri del gruppo di minoranza Progetto Bedero, che si sono rivolti al Tribunale di Varese, sezione civile, per far terminare il mandato di Carlo Paolo Galli, rieletto sindaco del paese della Valcuvia grazie a un solo voto di vantaggio sulla lista rivale a sostegno di Rossana Sportelli (199 a 198). In via subordinata, se i giudici non dovessero accogliere la richiesta, l’opposizione propone una “azione popolare” finalizzata a chiedere la decadenza del sindaco, per lo stesso motivo.
Finisce così a Palazzo di giustizia il caso della rielezione di Galli, che ha da poco iniziato il suo quarto mandato. Un successo “al fotofinish”, dopo uno spoglio lungo e contestato, preceduto da una campagna elettorale tutt’altro che serena. Polemiche che ora sono sfociate in una causa civile. La prima udienza è stata rinviata per assenza del pubblico ministero, la cui presenza è indispensabile nelle pratiche relative ai diritti di elettorato attivo e passivo; se ne riparlerà, quindi, la settimana prossima, quando le parti avranno modo di spiegare al collegio le loro ragioni. Da una parte i tre consiglieri di minoranza (assistiti dall’avvocato Fabio Ambrosetti), dall’altra il sindaco (con l’avvocato Laura Damiani) e il Comune (avvocato Emanuele Boscolo). Un atto di citazione, quello di Progetto Bedero Valcuvia, che si fonda sul Testo Unico degli Enti Locali (Tuel), in particolare sull’articolo che prevede, tra le cause di incompatibilità del sindaco, quella di avere «un debito liquido ed esigibile» verso il Comune che si intende amministrare. Ed è proprio questo il caso - secondo l’opposizione - di Carlo Paolo Galli, che al momento delle elezioni doveva al municipio una somma di circa cinquantamila euro per una pratica di assistenza relativa alla sua famiglia. Da qui la richiesta di dichiarare nulla la delibera di insediamento del primo cittadino. In subordine, in caso di rigetto dell’istanza, la minoranza propone una azione popolare, istituto previsto dallo stesso Tuel, all’articolo 70, secondo il quale «la decadenza della carica» può essere promossa davanti al Tribunale civile «da qualsiasi cittadino elettore del Comune o da chiunque altro vi abbia interesse».
Requisiti soggettivi che, in questo caso, secondo l’avvocato del sindaco non sussistono. Nella memoria consegnata ai giudici, comunque, Galli precisa comunque di aver saldato quel debito a fine luglio, due giorni prima del deposito dell’atto di citazione da parte degli esponenti dell’opposizione consiliare.
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