TELECOMUNICAZIONI
Sirti, 833 esuberi. Protesta a Rho
Sciopero di 8 ore, Fiom pronta a dare battaglia

Sirti, colosso delle infrastrutture per telecomunicazioni e information technology, ha annunciato il giorno di San Valentino la bellezza di 833 esuberi, tra operai e impiegati. Di fatto, quasi un quarto (il 23 per cento) del personale complessivo.
Una cifra notevole, che ha scatenato la rabbia dei lavoratori e dei sindacati. Non è chiaro chi sia coinvolto, Fiom parla di 250 unità in Lombardia, un centinaio nel Triveneto, Emilia Romagna e Marche, e un altro centinaio tra Calabria e Sicilia, ma l’azienda smentisce i numeri circolati nelle sedi locali.
Oggi, mercoledì 20 febbraio, si sono svolte otto ore di sciopero e di presidio davanti ai cancelli della sede di Mazzo di Rho. Se martedì l’agitazione aveva coinvolto Palermo, Galatina (Lecce) e Calenzano (Firenze), febbraio la protesta è esplosa nella fabbrica di via Giuseppe Di Vittorio, come a Genova e nei pressi di Treviso. A supportare i lavoratori sia la Fiom, sia l’assessore rhodense Nicola Violante.
Sirti è controllata dal 2016 dalla società d’investimento statunitense Pillarstone, in Italia conta 3.692 addetti. Oggi, giovedì 21 febbraio, è previsto un confronto con la società. Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil nazionali respingono al mittente la ristrutturazione e parlano di A Rho, Nicola Violante, assessore a Lavoro e formazione, ha incontrato i lavoratori in protesta e si è confrontato con Roberta Turi e con il delegato Massimiliano Gentile. . «Sarebbe un disastro sociale oltre che occupazionale in un’area già duramente colpita dal rallentamento produttivo globale che non sta risparmiando nessun Paese. Oltre ad esprimere la più totale solidarietà e vicinanza a questi lavoratori - hanno dichiarato ieri Fabrizio Cecchetti e Fabio Massimo Boniardi, deputati della Lega - abbiamo chiesto, in un’interrogazione al ministro Di Maio, di fare il possibile e l’impossibile per tutelare i lavoratori della Sirti di Rho valutando ogni soluzione per scongiurare i licenziamenti».
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