IL CASO
Smarrito libretto della Vespa d’epoca. Aci condannata
Il proprietario del motociclo del 1976 aveva chiesto la targa e nelle pratiche era andato perso il documento originale. Causa e ora la sentenza: il giudice riconosce un risarcimento di 500 euro

Una Vespa 50 del 1976. Il libretto originale che non si trova più. Il proprietario che fa causa all’Aci. Ora, la sentenza del giudice di pace: risarcimento. Sono questi gli elementi di una singolare vicenda approdata nelle aule giudiziarie e conclusasi appunto con la condanna a carico dell’Aci a pagare 500 euro al padrone della Vespa d’annata. Il verdetto è stato pronunciato dal giudice di pace di Varese, Cinzia Biondi. Ecco in sintesi la genesi del contenzioso. Il titolare del motociclo aveva deciso nel 2014 di rimettere in strada il suo vecchio vespino di colore rosso. Per farlo doveva chiedere la targa, divenuta nel frattempo obbligatoria per i cinquantini. Si era quindi rivolto all’Aci consegnando il libretto del motociclo per l’immatricolazione, chiedendo per iscritto (e pagando per questo una somma aggiuntiva) di riavere poi il documento originale. Dopo cinque giorni si era ripresentato ma del libretto nessuna traccia. Smarrito. L’Aci, peraltro, lo aveva girato alla Motorizzazione. Ecco allora che il proprietario della Vespa, ritenendo che il documento originale avesse sia un valore affettivo, sia economico in un mezzo d’epoca, ha sporto denuncia ai carabinieri e quindi fatto causa, attraverso l’avvocato Stefania Massarenti, all’Aci. La richiesta: risarcimento del danno. La sentenza è stata depositata nei giorni scorsi: Aci condannata a pagare 500 euro al proprietario della Vespa del 1976, pioniera degli scooter. Si tratta di risarcimento del danno, giudicato però non economico, valutata in quella somma in via equitativa. Aci potrà rivalersi sulla Motorizzazione in quanto sarebbe stata quest’ultima a smarrire, materialmente, il libretto originale. Soddisfatto l’avvocato Stefania Massarenti: «È una cifra simbolica quella riconosciuta al mio cliente ma serve a responsabilizzare gli enti a prestare maggiore attenzione ad atti e documenti che per l’utente hanno un valore storico ed affettivo».
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