LA TRAGEDIA
Chiuso per lutto: «Increduli»
Dolore per la morte di Matteo Cagna. Il diciannovenne era figlio del macellaio di Valdarno

«È come se fosse morto il figlio di ogni mamma del paese. Matteo era un ragazzo solare, sempre sorridente ed educato. Ora non c’è più: siamo increduli». Si spezza la voce e scendono le lacrime a una dei vicini di casa della famiglia di Matteo Cagna, il diciannovenne morto giovedì sera dopo un incidente in sella alla sua moto da cross a Carnago. Secondo la prima ricostruzione il ragazzo stava percorrendo la strada – proveniva dalla farmacia in direzione Comune, piazza Gramsci – quando ha perso il controllo della sua moto da cross facendo una carambola e rimbalzando prima sul lato sinistro della strada, poi verso il centro. E proprio in quel momento, dalla salita stava arrivando una Fiat Panda che non ha potuto fare niente per evitarlo e l’ha centrato in pieno.
Sul posto sono accorsi i soccorritori del 118 con un’auto medica e un’ambulanza: i sanitari hanno praticato le manovre salvavita e lo hanno intubato per poi trasportarlo con la massima urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Circolo dove è spirato. In via Gramsci sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Carnago e della compagnia di Saronno coordinati dal capitano Pietro Laghezza. Carnago ha vissuto in diretta la morte del giovane perché giovedì sera in municipio era riunito il Consiglio comunale. Fra i primi ad accorrere sul posto il sindaco Maurizio Andreoli Andreoni. La notizia della morte ha fatto immediatamente il giro di due paesi, Carnago e Solbiate Arno, dove appunto viveva il giovane con i genitori.
Già giovedì sera nella piazza di Solbiate gli amici si sono ritrovati per condividere il dolore. Un amico di famiglia ha riportato a casa l’auto del padre che non riusciva neppure a guidare. E ieri la famiglia ha cercato conforto nel silenzio e nell’affetto degli amici, dopo aver scritto il cartello “Chiuso per lutto” sulla vetrina della macelleria di via Matteotti. «Matteo passava sempre a salutarmi, anche solo un gesto con la mano ma ci teneva. Tutti gli volevamo bene», ricorda il titolare dell’agenzia di assicurazioni vicina alla macelleria. A circa due chilometri dal negozio, il ragazzo viveva con i genitori in un appartamento in una palazzina di quattro abitazioni.
«Sono tragedie che non ti aspetti. Abbiamo abbracciato papà Gianluca e mamma Monica perché non ci sono parole: come si può morire così? Abbiamo visto Matteo crescere: era il ritratto della gioia. Un giovane come ce ne sono pochi, volenteroso e gran lavoratore che sapeva impegnarsi. Altruista e gentile, un ragazzo d’oro. La sua mamma e il suo papà sono senza parole. Ora pensano solo a quell’incidente». Ricorda ancora la vicina: «Da quando Matteo aveva finito la scuola era andato a lavorare nella macelleria di famiglia. Un impegno da adulto che manteneva con amore e passione».
La famiglia Cagna è infatti nota sul territorio perché è proprietaria di una storica macelleria a Valdarno (frazione di Solbiate) dove anche il padre Gianluca lavorava prima di investire aprendo un’attività nel cuore del paese. Matteo aveva frequentato le scuole e l’oratorio a Solbiate Arno prima di iscriversi all’Enaip di Varese. La moto era la sua passione: dopo aver messo da parte per un paio di anni il denaro guadagnato, aveva appena acquistato la sua amata Ktm 690 Smc, mezzo in sella al quale si trovava al momento del tragico incidente. La comunità e gli amici hanno sentito la necessità di ritrovarsi a pregare per il giovane: ieri sera nella chiesa parrocchiale è stato recitato il rosario.
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