VIOLENZA
Maltrattamenti: esce e chiede lo sconto
Arrestato a Natale, aveva minacciato la ex di sfigurarla. Ora è ai domiciliari: In aula a giugno
«Vedrai con la faccia sfigurata quanti ti guarderanno, vedrai come ti stanno bene i pantaloncini se ti gambizzo»: minacce di questo tenore erano ormai un’abitudine per la ventinovenne maltrattata e picchiata dal compagno, l’ennesimo caso di violenza domestica finito di fronte a un tribunale.
Il trentaseienne venne arrestato alla vigilia di Natale in esecuzione di un’ordinanza del gip Piera Bossi ma dall’altro giorno è ai domiciliari: il giudice Luisa Bovitutti ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Alberto Talamone e Gianluca Fontana che hanno sottolineato le ripercussioni sanitarie che, dietro le sbarre, potrebbe avere se circolasse il corona virus. Intanto l’uomo, originario di Torre del Greco, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato, il processo - epidemia permettendo - è fissato a giugno. Non è da escludere che la vittima si costituirà parte civile.
Le accuse formulate dal pubblico ministero Massimo De Filippo, che ha coordinato le indagini dei carabinieri di Albizzate, sono davvero pesanti: oltre ai maltrattamenti in famiglia, ci sono le lesioni, il sequestro di persona, furto, indebito utilizzo di carte di credito. Una delle cause di tanta ostilità e rabbia era di sicuro l’abuso di cocaina e non è certo una novità che gli stupefacenti - come l’alcol - slatentizzino gli impulsi. L’imputato quando eccedeva con la droga (che comprava anche usando denaro prelevato con la carta di credito rubata alla compagna) non era in grado di contenere la gelosia.
Così capitava che prendesse la convivente per la testa e che gliela sbattesse contro un muro, che la trascinasse sul pavimento in giro per casa, che cercasse di soffocarla tappandole bocca e naso. Un giorno la sollevò e la portò alla finestra che, essendo luglio, era aperta: «Ti butto giù» le urlava. Per fortuna non lo fece, in compenso la chiuse dentro al divano letto dopo averle puntato un coltello alla gola. Stando a quanto riferito dalla giovane - che ha due figli da un precedente matrimonio - l’ex compagno faceva a brandelli i suoi shorts e tutti gli indumenti che non sembrassero un burka. Alla ventinovenne era vietato sdraiarsi al sole: non poteva andare in piscina, al lago, in spiaggia. Anche con le temperature più torride doveva sempre coprirsi da capo a piedi.
A dicembre del 2019 la vittima si decise a sporgere denuncia e a troncare quella relazione malata.
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