COLPO DI SCENA
Somma, delitto Faraci: assolta Melina
Ribaltata in appello la sentenza di primo grado: la presunta uxoricida era stata condannata all’ergastolo

Colpo di scena in Corte d’assise d’appello. Melina Aita, condannata in primo all’ergastolo per l’omicidio del marito insieme con i due coimputati tunisini, l’amante Bechir Baghouli e l’amico Slaheddine Ben ‘H Mida, è stata assolta.
Insieme alla donna, 72 anni, che era accusata dell’omicidio del marito Antonino Faraci, ucciso nella casa della coppia, a Somma Lombardo, il 12 aprile del 2014, è stato assolto anche Ben ‘H Mida, mentre l’unico ad essere condannato è l’esecutore materiale del delitto, per il quale la corte d’appello ha ridotto comunque la condanna dal carcere a vita a 24 anni di reclusione.
All’origine del delitto ci sarebbero state questioni economiche. «Il matrimonio con la vittima era da tempo in crisi - scriveva l’estensore della corte d’assise di Busto Arsizio Rossella Ferrazzi nelle motivazioni della sentenza del dicembre 2018 - come confermato dall’esistenza di una relazione extraconiugale, abilmente celata a tutti e proseguita per un lasso di tempo molto lungo. È quindi credibile che, stante la mancanza di denaro di Baghouli - che non lavorava - e la gestione esclusiva del denaro di famiglia da parte di Antonino Faraci, Aita abbia deciso di liberarsi di lui in modo da poter essere libera anche nelle scelte economiche, godendo della propria pensione e di quella di reversibilità del marito».
In aula Aita era accompagnata dal suo legale, l’avvocato Pierpaolo Cassarà, mentre i due tunisini sono tuttora latitanti.
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