VIALE MILANO
Spaccio e bivacchi sotto i portici a Varese
L’ira dei residenti: «Area dimenticata dopo la chiusura di Moreno»
Due giacigli allestiti contro la parete, l’uno dopo l’altro, separati soltanto da un comodino artigianale formato da uno scatolone con sopra una coperta di lana. Accanto, un paio di pantofole riposte ordinatamente, come in una vera camera da letto.
Questa però non è una camera da letto, bensì il portico che costeggia l’ex negozio “Da Moreno” di viale Milano, il punto vendita varesino della catena di casalinghi fallita oltre un anno fa. Qui hanno trovato riparo due senzatetto: grazie al ridotto passaggio di pedoni e probabilmente anche alla pavimentazione in gomma che isola almeno un poco dal freddo del terreno, hanno deciso di “arredare” lo spazio e di trasformarlo nel loro rifugio per la notte.
Un “letto” è sempre allestito: curato e rifatto ogni mattina, con la trapunta colorata rimessa in ordine come a voler dare un briciolo di dignità a una situazione che dalla dignità sembra distante anni luce. Finora i tentativi di aiuto sono stati sempre rifiutati.
La segnalazione arriva da alcuni residenti della zona che, al di là dei giacigli di fortuna, puntano l’attenzione su altri due problemi: spaccio di stupefacenti e degrado. Nel primo caso, la questione è direttamente legata al fatto che il porticato è in un punto piuttosto nascosto e soprattutto consente un rapido collegamento a piedi tra viale Milano e via Orrigoni: basta percorrere la scaletta pedonale e ci si può spostare da una parte all’altra, facendo perdere rapidamente le tracce in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine.
Certo, va detto che non sempre la fuga va a buon fine, purtroppo per gli spacciatori: il mese scorso un giovane era stato sorpreso dai poliziotti di quartiere a vendere droga e, dopo un inseguimento, era stato bloccato lungo il passaggio pedonale verso via Orrigoni.
L’altro tema è legato invece al degrado: con la chiusura del negozio “Da Moreno”, le vetrate e i muri sono finiti in brevissimo tempo nel mirino di graffitari in libera uscita, e basta fare un giro in zona per rendersi conto della situazione. «Il negozio di casalinghi – spiegano alcuni residenti, segnalando il problema – portava un buon passaggio di persone per tutto l’arco della giornata e i problemi c’erano soltanto di notte. Adesso invece non di rado si notano ragazzi che si scambiano soldi e misteriosi involucri il cui contenuto è facilmente intuibile. I controlli da parte delle forze dell’ordine ci sono, ma l’ideale sarebbe riaprire un’attività commerciale negli spazi del negozio chiuso un anno fa».
Per quanto riguarda i bivacchi, il problema è noto a Palazzo Estense, con gli uffici dei Servizi sociali che si trovano proprio a pochi passi da qui, in via Orrigoni: «Siamo già intervenuti, per ora senza risultati, perché queste persone non intendono spostarsi – spiega Roberto Molinari, assessore alla partita -. A breve sarà emesso nei loro confronti un daspo urbano, ossia l’unico strumento che consente di intervenire in queste situazioni».
Di fatto, in base al daspo urbano - cioè la declinazione “cittadina” del provvedimento in origine previsto solo per gli impianti sportivi, istituita nel 2017 - i due senzatetto dovrebbero andarsene dalla zona e non farvi ritorno per il tempo indicato nel documento, a meno di incappare in sanzioni e denunce. Un modo per convincerli ad allontanarsi e, forse, a farsi finalmente aiutare. Marco Croci
© Riproduzione Riservata