LA CITTADELLA
Stadio e palasport: «Li rifacciamo noi»
«Abbattere non serve». Proposta dal Politecnico milanese per ristrutturare gli impianti di Masnago

Non c’è bisogno di abbattere e ricostuire, di spendere una montagna di denaro, di investimenti faraonici per rilanciarte la cittadella dello sport di Masnago.
Stadio e palazzetto possono essere conservati e rivalutati. Rilanciati. Parola di alcuni studenti universitari varesini che si stanno impegnando per ridisegnare la zona, dotarla di nuovi servizi e farla crescere.
L’idea è nata dalla tesi di laurea di un varesino, che si è laureato alla triennale in Ingegneria civile e ambientale del Potecnico di Milano con una tesi sullo stadio di San Siro che proprio in questi giorni compie 90 anni. Sotto la regia del docente varesino Riccardo Aceti, Luca Rosalindi, ventiquattrenne di Induno (insieme con Marco Quargnal) ha “riscritto” in termini tecnici l’evoluzione dello stadio “Meazza” sotto gli aspetti statici e ricostruttivi. E proposto anche alcune ipotesi di intervento. Una riqualificazione che dal tempio milanese dello sport ritorna a Varese, da dove è nato lo studio, per concentrarsi sul Franco Ossola, il Velodromo Ganna e il palazzetto. E sono nate le prime idee.
Per esempio: perché non creare, vicino al campo in terra, un’area di interscambio per i mezzi pubblici?
Dietro al setore dei distinti, «si potrebbe creare un volume polifunzionale, anche su più livelli ad uso stazione coperta per navette e bus, velostazione» dice l’ingegnere Aceti e completato con spazi sportivi. «Uno spazio polifunzionale sarebbe anche in grado di fungere da elemento di fondazione stabile per una nuova copertura a sbalzo del settore distinti dello stadio.»
Inoltre, un altro studente del Politecnico sta valutando l’ipotesi di riqualificare il velodromo Luigi Ganna con tecniche e materiali innovativi.
Utopie? «Niente affatto - spiega Aceti - Alcune proposte, se si analizzano più dettagliatamente, possono rappresentare un buono spunto per tenere al passo con itempi la nostra città, nel rispetto e nella salvaguardia del suo grande passato, con un occhio attento alla sua evoluzione».
Servizio completo sulla Prealpina di lunedì 17 ottobre
© Riproduzione Riservata