LA TRAGEDIA FAMIGLIARE
Maja era in «condizione psichica delirante»: ricorso contro l’ergastolo
Strage di Samarate, gli avvocati difensori impugnano la condanna decisa in primo grado

Alessandro Maja il 4 maggio del 2022 si trovava «in una condizione psichica delirante di fallimento, rovina, con sentimenti di disperazione e di ineluttabilità che lo hanno portato a credere di non avere più via d’uscita, tanto da arrivare a pensare al suicidio nei giorni precedenti, concretizzato in un suicidio allargato»: per queste ragioni gli avvocati Gino Colombo e Laura Pozzoli hanno presentato il ricorso in corte d’assise d’appello contro l’ergastolo inflitto al geometra che massacrò la famiglia. L’impugnazione è stata depositata all’inizio di novembre: i legali chiedono il riconoscimento del vizio parziale di mente e la concessione delle attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti.
CONTRO LA PERIZIA
Gli avvocati controbattono alla perizia dello psichiatra Marco Lagazzi - su cui si è basata la corte d’assise di Busto - evidenziando elementi nodali eppure trascurati. Le dichiarazioni dei testimoni erano convergenti: il geometra che si fregiava del titolo di architetto da marzo era caduto in uno stato ossessivo legato a pericoli professionali ed economici infondati. «Era una sua interpretazione patologica della realtà», si legge nel ricorso.
Articolo completo sulla Prealpina di oggi, mercoledì 15 novembre
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