L’EVENTO
«In Suspiria stravince Varese»
Il film in concorso a Venezia visto dall’aiuto regista Alberto Calveri: «Ambientato ufficialmente a Berlino, ma la città giardino è grande protagonista»

«Nel nuovo “Suspiria” la vicenda risulta ambientata a Berlino ma le scene che si vedono sono solo per un trenta per cento girate in Germania, il resto è Varese».
Alberto Calveri nel dirlo non nasconde la soddisfazione, legittima perché sul set varesino, allestito nell’ultimo trimestre del 2016, lui che giocava in casa, era aiuto regista, saldo punto di riferimento per il regista, Luca Guadagnino, e per la produzione.
Già attivo ai tempi del “Pretore” di Giulio Base tratto da Piero Chiara, Calveri sabato a Venezia c’era. Per assistere alla prima dell’horror, remake del “Suspiria” girato da Dario Argento, in gara alla Mostra del Cinema.
Unico varesino in sala?
«Non mi azzardo a dirlo per evitare di essere smentito da qualcuno che non conosco, di certo l’unico tra i varesini coinvolti nelle riprese. Spettatore doppiamente interessato: al film nel complesso e alla parte che conoscevo per avere preso parte alle riprese».
Doppiamente soddisfatto?
«Sì, il film è bello e Varese ne esce bene. Il rifugio antiaereo dei Giardini Estensi si vede pochino ma il Grand Hotel Campo dei Fiori fa la parte del leone, ne esce benissimo. Tra il pubblico c’era gente che si chiedeva dove Guadagnino avesse trovato un posto così affascinante e inquietante».
Trovando risposta nei titoli di coda?
«Sì, è scritto dove il film è stato girato. Citazione del Grand Hotel a parte, nella lista dei ringraziamenti sono stati inseriti, tra gli altri, il Comune e il sindaco di Varese, la Camera di Commercio, la Croce Rossa e il Gruppo Speleologico Prealpino».
Qualcuna delle 135 comparse ha un po’ di visibilità?
«Due o tre le ho riconosciute, possibile che con il fermo immagine il numero aumenti ma sin dal ciak era chiaro che non sarebbero state in primo piano. Discorso diverso per Sharon Campbell e Elfriede Hock che non possono però essere considerate semplici comparse, interpretano due matrone e si vedono in più di un’occasione. Agli spettatori molto ma molto attenti potrebbe non sfuggire una mia breve apparizione da comparsa senza battute. C’era un vuoto e mi sono imbucato, naturalmente dopo aver chiesto l’autorizzazione a Guadagnino».
Com’è il suo Suspiria rispetto a quello di Dario Argento?
«Fare questo confronto spetta ad altri, diciamo che il film di Guadagnino è più lungo, più articolato, con un’attenzione maggiore al contesto sociale e politico in cui si svolge la vicenda horror che ruota attorno alla Scuola di Danza, il nostro Grand Hotel».
Il red carpet era affollato; chi l’ha colpita di più?
«Mia Goth, persona squisita, era più bella che mai. E poi come non citare Thom Yorke che si è presentato in ciabatte arancioni?».
Il film uscirà a novembre, possibile una serata speciale a Varese?
«Credo ci stiano lavorando Camera di Commercio e Finalba seconda, la società proprietaria dei Gran Hotel Palace e Campo dei Fiori. Vero che è la sua città d’adozione ma per “Chiamami col tuo nome” Guadagnino al cinema a Crema c’era. A lui Varese piace, forse la rivedrebbe volentieri».
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