IL CARTELLONE
Dall’hard al monologo: al Galleria arriva Siffredi
L’attore in scena per la festa delle donne con il suo “L’ultimo samurai”

Non di sola mimosa vive la festa della donna. A sparigliare le carte, l’anno prossimo, il piano B che le signore dovranno seriamente considerare è la proposta di sabato 9 marzo al Teatro Galleria: in scena andrà l’Ultimo samurai, lo spettacolo-confessione del pornodivo Rocco Siffredi.
Sarebbe battuta scontata definire Siffredi uno dei “big” nella stagione 2018 - 19 della sala in Galleria Ina. Se non mancano infatti grandi nomi in cartellone, da Beppe Grillo, che aprirà le danze il 10 novembre, a Loredana Bertè esattamente un mese dopo; da Vittorio Sgarbi, questa volta guida nell’arte di Leonardo, all’inossidabile Massimo Ranieri; dalla nutrita schiera di noti cabarettisti agli enfants du pays, i Legnanesi, sarà la novità, al Galleria Legnano come in altri teatri italiani, a rubare la scena.
E quella di Siffredi sarà – incredibile a dirsi - la prima volta. Sì, perché su un palcoscenico (almeno) lui non è mai montato. Lo spettacolo “L’Ultimo samurai”, che deve il titolo alla definizione della moglie, quindi degnissimo di fede, esordirà a marzo 2019.
Legnano sarà quindi una delle prime tappe di una tournée che non esitiamo a pronosticare di sicuro successo con raffiche di tutto esaurito. Il sottotitolo rivela molto dell’operazione Siffredi: «Come si puè̀ avere una famiglia molto unita e al tempo stesso essere il pornoattore più̀ famoso al mono?». Sarà il racconto di una vita – anche un uomo che ha sempre parlato con i fatti, in questo caso, scende a patti con le parole – che Siffredi presenterà come segnata da una dipendenza che lo aiuterà a costruire un impero. Semplice lo schema dello spettacolo: il Rocco nazionale si farà un domanda e si darà una risposta. Del tipo: “Come fare sesso con migliaia di donne e fare l’amore con una sola?”. Non è esattamente to be or not to be?, ma sarebbe da ottusi moralisti indignarsi.
Oggi la parola teatro ha talmente ampliato il proprio spettro di significati da potersi tranquillamente permettere di racchiudere fra le mura anche l’Ultimo samurai. A fargli compagnia ci sono i tanti spettacoli passati nei decenni scorsi sullo stesso palco: negli anni Cinquanta al Galleria il tutto esaurito era garantito da artisti come il principe della risata Antonio De Curtis, in arte Totò. Dopo di lui in anni più recenti il teatro più grande della città ha ospitato tre civette sul comò con Paola Borboni; il Misantropo di e con Franco Parenti; Io, Bertolt Brecht, con Milva e Tino Carraro per la regia di Strehler; Il Processo (da Kafka) con Giulio Bosetti; Le Mille e una notte con Cristina Crippa ed Elio de Capitani diretto da Gabriele Salvatores; Ubu roi con Franco Branciaroli; Questa sera si recita a soggetto con Arnoldo Foà… E chissà cosa avranno da dirsi.
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