SCENARI
Terza pista. Ma non subito
Sea: prima o poi bisognerà farla. Gli ambientalisti chiedono la valutazione

Malpensa, riecco la terza pista. Rinviata, ma non accantonata. Il progetto rientrerà dalla finestra? «Solo una Valutazione Ambientale Strategica fatta come si deve potrà dirci se lo sviluppo dell’aeroporto sarà compatibile con il territorio - afferma Walter Girardi, attivista del comitato Viva Via Gaggio - ma non sembra sia una priorità per Regione Lombardia».
La zona occupata
Perché se il Master Plan presentato da Sea nel 2015 rinunciava al progetto della terza pista, prediligendo una razionalizzazione delle due piste esistenti in seguito al ridimensionamento delle previsioni di crescita pre-dehubbing (in ottica 2030, da 49 milioni di passeggeri a 32 milioni), l’idea non è stata accantonata, semmai rinviata a dopo il 2030. Lo ha ribadito in commissione Malpensa a Gallarate il direttore delle relazioni esterne di Sea, Claudio Del Bianco, rispondendo a una domanda sulla terza pista: «La zona la teniamo occupata, perché prima o poi bisognerà farla». Sulla vicenda, amministrazioni, comitati e associazioni rispondono con una certa stanchezza e rassegnazione, consapevoli che nelle istituzioni superiori il tema della sostenibilità dell’aeroporto rispetto al territorio non sembra rappresentare una priorità.
Master Plan fermo
Sul punto il presidente di turno del Cuv, il sindaco di Golasecca Claudio Ventimiglia, rimane alla finestra con una certa cautela: «Sì, sembra che la terza pista sia tornata in auge. Ne parleremo tra di noi, nel momento in cui partirà la richiesta a Regione Lombardia di riattivazione del piano d’area, ci sarà anche l’occasione per rivalutare il tutto». Anche perché lo stesso iter del Master Plan di Sea, nell’ultima versione del 2015, sembra essersi interrotto, come fa notare Ventimiglia: «Per ora è tutto fermo, noi siamo in attesa che ci sia qualche altro passaggio, ma dopo la fase di interlocuzione che avevamo avviato con Sea, non si è mosso più nulla. Del resto, l’Italia è un Paese che va a rilento sotto molti punti di vista». Insomma, il nuovo Master Plan è al palo, e già si pensa al dopo?
Serve la Valutazione
Chi è pronto a difendere con le unghie e con i denti il territorio che Sea ha tenuto occupato per la terza pista è il comitato Viva Via Gaggio. Uno dei suoi promotori, l’ambientalista di Lonate Pozzolo Walter Girardi, è tutto fuorché stupito dal riemergere del progetto di ampliamento: «Già anni fa Modiano parlava di rinvio a dopo il 2030. La riflessione da fare è un’altra: dato per scontato che le previsioni di crescita passeggeri e merci siano veritiere, e che la crescita del cargo raddoppierà le attuali capacità, ha davvero senso espandersi verso sud in zona brughiera, consumando suolo unico e raro, quando davanti alla Cargo City ci sono dei capannoni da utilizzare per superare ed eventualmente raddoppiare gli spazi a disposizione?». Il tema è sempre quello della ragionevolezza di previsioni faraoniche di sviluppo di Malpensa: «Prima o poi ci si dovrà porre la domanda su quanto il territorio potrà sostenere questa crescita dell’aeroporto - ricorda Girardi - la risposta la darà la Valutazione Ambientale Strategica, ma finché non la fanno non potremo saperlo». La sfida del nuovo piano d’area potrà aiutare: «Sempre che Regione Lombardia intenda fare un discorso complessivo, inserendo nella Vas anche la terza pista e le opere pubbliche e private in programma. Perché all’interrogazione sulla ferrovia in brughiera l’assessore regionale Claudia Terzi aveva risposto che un nuovo piano d’area di fatto non è prioritario».
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