IL FENOMENO
Ticino hard. Nudisti in fuga a Busto
Il boom dell’oasi naturista di Sacconago si spiega coi pericoli crescenti lungo il fiume

C’è un collegamento tra i frequentatori dell’oasi Penelope - il nuovo ritrovo dei nudisti, il fenomeno dell’estate 2017 a Sacconago - e gli amanti della tintarella integrale che da anni popolano le spiagge di Vizzola Ticino?
Probabilmente sì, potrebbe trattarsi per la stragrande maggioranza delle stesse persone.
Perché la voglia di riservatezza in un ambiente protetto, così come promettono i proprietari del circolo bustese, potrebbe essere la logica conseguenza per chi è scappato dalla depravazione sopra ogni limite che contraddistingue le rive isolate e difficilmente raggiungibili del Ticino proprio a due passi dall’aeroporto di Malpensa.
Un fenomeno, che ammette il sindaco del piccolo Comune, Romano Miotti, «si è notevolmente ridimensionato ma non è scomparso».
Nonostante amministri un paese da nemmeno 600 abitanti, diventò famoso nel 2010, quando emanò un’ordinanza molto discussa che lui stesso definì un’intensa opera di pulizia.
«È vietato abbandonare preservativi, oggettistica sessuale, oggetti erotici, fazzolettini di carta e riviste pornografiche o stazionare, ai fini dell’adescamento di persone, per l’offerta di prestazioni sessuali a pagamento»: il testo del provvedimento era talmente esplicito da lasciare immaginare quello che accadeva - e che tuttora accade - nei boschi e sulle spiagge di Vizzola.
Incontri, appostamenti tra le frasche, strani appuntamenti di coppia o di gruppo organizzati via web e segnali in codice effettuati con i fari della macchina trasformarono un piccolo paese di provincia in un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti della trasgressione provenienti persino da oltre Milano e dal Piemonte, protagonisti anche alla piena luce del sole di evoluzioni sessuali ben al di sopra dei limiti della decenza.
Qualche anno fa, soltanto per fare un esempio, i boschi di Vizzola divennero il set di un film porno amatoriale. Grazie anche all’impegno costante dell’amministrazione, oggi non è più come allora, ma gli esibizionisti ci sono ancora, pronti a sbucare fuori dalla vegetazione senza veli alla vista di una coppietta, molto spesso ignara di essere finita in luogo per cacciatori di sesso.
«Qualche segnalazione l’abbiamo ricevuta anche quest’estate, ma i casi sono molto meno frequenti e soprattutto circoscritti», spiega il primo cittadino. Coglierli sul fatto, infatti, è l’unico modo per denunciarli per atti osceni in luogo pubblico.
«Ma con la carenza di personale in organico alla polizia locale è pressoché impossibile».
Oltretutto, fa notare Miotti, si nascondo tra i semplici naturisti, che anzi negli anni scorsi insorsero contro la caccia alle streghe messa in atto dall’amministrazione. Chiesero di non confondere chi ama prendere il sole integrale con chi invece vuole dare sfogo alla propria perversione all’aria aperta.
«Non confondeteci con quella marmaglia maleducata di cui anche noi siamo vittime», dissero allora attraverso la loro associazione Anita.
Molti di loro, dunque, potrebbero aver scelto la piscina della chiacchierata oasi Penelope alla corrente del Fiume azzurro. Un modo come un altro, perlomeno, di evitare di trovarsi circondati da sconosciuti che sbucano dalle frasche.
© Riproduzione Riservata