DOPO 7 ANNI
Torna la Carlo Banfi: Omsg la compra
Investimento di 700mila euro: due concorrenti ora unite, si punta al rilancio di entrambi i marchi

Ha ragione Enzo Dell’Orto, l’amministratore delegato di Omsg, di affermare, all’indomani dell’acquisizione del brand Carlo Banfi, «La storia siamo noi», ma è anche consapevole che totalizzare 135 anni di esperienza, fra le due imprese un tempo concorrenti, significa ipotecare il futuro. Altrimenti Omsg, sede a Villa Cortese e stabilimenti a Dairago, in Germania e Francia, non avrebbe messo gli occhi fin dagli anni Novanta sulla rivale nel settore della granigliatura e degli impianti di sabbiatura in Italia.
«La firma dal notaio è di giovedì scorso –prosegue Dell’Orto–; ci siamo aggiudicati il brand alla seconda asta per 700mila euro (sei i concorrenti ndr), dopo che, fin dal settembre 2015, abbiamo provato una trattativa che non ha però avuto buon esito». La Carlo Banfi era nel mirino di Omsg già nel 2010, quando fallì lo storico marchio di Rescaldina, ma fu la Imf di Luino ad aggiudicarsela. La Imf è fallita nel 2016 e adesso la Banfi torna nel suo territorio.
«Quando la Banfi fu acquisita non da una concorrente ma da un’azienda il cui business era basato sugli impianti di fonderia molti pronosticarono per Omsg via libera sul mercato –ricorda Dell’Orto–; in realtà le cose non andarono così. Avere un concorrente di pari livello aiutava nei confronti dei clienti; competere in Italia con realtà più piccole significò dover spiegare sempre la diversità nelle offerte, quindi il mercato si è complicato».
In questi anni le potenzialità del brand Banfi sono state utilizzate limitatamente alle applicazioni in fonderia, che non rappresentano più un business così interessante in Italia. Omsg e Banfi sono sempre state aziende simili per fatturati (intorno al 2010 da 15 -17 milioni di euro), numero di dipendenti (una settantina oggi in Omsg, altrettanti sette anni fa in Banfi) e produzioni, pur con diversi punti di forza.
«Eravamo come i Beatles e i Rolling Stones della granigliatura in Italia –scherza Dell’Orto–; questa acquisizione è strategica sotto ogni punto di vista. I vantaggi sono il consolidamento del mercato e l’acquisizione di clienti della Banfi; perché oggi la maggiore difficoltà sta proprio nel farsi accogliere dai clienti, che si rivolgono a te soltanto in caso di acquisto. Le referenze della Banfi ci apriranno moltissime porte; avremo così la possibilità di farci conoscere e di fidelizzare i nostri interlocutori».
Servizio completo sulla Prealpina di martedì 20 giugno
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