MUOVERSI FRA I DISAGI
Come lumache in viaggio sulla Varesina
Nelle ore di punta 50 minuti per percorrere 16 chilometri fra Tradate e Saronno. Ogni anno passano dall’ex Statale nove milioni di veicoli. Gravi carenze nonostante gli adeguamenti

Il serpentone corazzato di lamiere ogni giorno si incammina piano verso la meta. È la quotidianità della Varesina (contraddistinta dal numero 233), l’ex Statale declassata quasi 25 anni fa, parte della quale è ora sul gobbo dei Comuni. O meglio: dei Comuni con oltre 15mila residenti. Significa che da Saronno a Varese l’unico altro ente pubblico che deve sborsare i soldi per la manutenzione del tratto di sua competenza è Tradate.
NOVE MILIONI DI VEICOLI
Un particolare tutt’altro che trascurabile: annualmente si spendono diverse decine di migliaia di euro (dipende dai lavori) per questa strada lungo la quale, ogni anno, transitano oltre nove milioni di veicoli, dato certificato da uno studio commissionato a una società specializzata dagli amministratori di Locate Varesino, provincia di Como. Ultimo capitolo di una storia ultrasecolare, unica via di comunicazione fra Milano e Varese che attraversa i territori di tre province. Il percorso originale è ancora transitabile a tratti perché nel corso dei decenni è stato deviato, laddove è stato possibile, all’esterno dei centri urbani. Possibilità a cui sono ricorsi, per esempio, i Comuni da Tradate a Vedano Olona, solo per parlare della parte nord della strada. La “nuova Varesina”, se così si può dire, è una lunga tangenziale che ha liberato le città e i paesi da un traffico che le avrebbe soffocate. Immaginate i 9 milioni e oltre di veicoli che la usano abitualmente (lo studio commissionato da Locate Varesino parla fra i 24 e i 25mila veicoli al giorno) e immaginiamo quale fosse la situazione della strada alle origini se è vero che qualcuno la retrodata addirittura ai tempi dell’impero romano per poi diventare, nel Medioevo, una delle strade principali che si diramavano da Milano. Dai cavalli alle auto, insomma. Ma poi l’esplosione del mercato automobilistico è andato di pari passo con il ricorso al trasporto delle merci su gomma. In quel dato dei 9 milioni al giorno di veicoli di passaggio sulla Varesina (il declassamento da Statale a territoriale è avvenuto nel 1998) assume un valore rilevante il transito di autoarticolati, camion, Tir, pullman e mezzi agricoli, ossia quel traffico pesante che genera spesso code interminabili.
NELLE ORE DI PUNTA
La fotografia di una situazione sempre più complessa si può scattare nelle ore di punta. Per percorrere circa 16 chilometri, la distanza fra Tradate e Saronno, si è arrivati a quasi 50 minuti. Non va meglio a coloro i quali devono arrivare fino a Varese e che, in alcuni punti, soprattutto a Castiglione Olona dove sono in funzione due semafori nel giro di quale centinaio di metri, più che correre si cammina. E per fortuna che con lungimiranza gli amministratori, soprattutto quelli della provincia di Varese, hanno investito milioni per eliminare i semafori e realizzare le rotonde. Una soluzione che ha ridotto ma non eliminato i disagi di una strada più che centenaria e che, come tante altre, mostra le rughe dell’età. Soluzioni per risolvere definitivamente il problema non se ne vedono e a chi si mette per strada non resta che consigliare di partire per tempo e armarsi di santa pazienza.
Il servizio completo sulla Prealpina di mercoledì 16 ottobre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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