IL CASO
Tradate, senzatetto in ospedale. È polemica
Personale e pazienti adesso hanno paura. Il sindaco: «Sorvegliare non è compito della polizia locale»

Ci risiamo. Ieri mattina, lunedì 15 novembre, nuovo allarme all’ospedale “Galmarini” per la presenza di persone che, senza averne titolo, hanno scelto alcuni locali del nosocomio come luogo in cui poter bivaccare senza rendere conto a nessuno. I “protagonisti” sono persone - almeno due - note alle autorità, che avrebbero legami con il mondo delle sostanze stupefacenti.
L’allarme, partito dalla direzione di presidio, è stato raccolto prima dai carabinieri della Tenenza e successivamente dalla polizia locale. Una pattuglia di vigili urbani ha subito raggiunto piazzale Zanaboni, ma potrebbe essere l’ultima volta che il servizio viene effettuato così celermente.
Dice il sindaco Giuseppe Bascialla: «La priorità della polizia locale è il monitoraggio del territorio. Gli agenti devono rispondere ai loro compiti istituzionali senza ovviamente trascurare altri doveri, tipo quelli di una richiesta come quella arrivata dal Galmarini. La sicurezza di una struttura come l’ospedale non è di nostra competenza, pur essendo sempre pronti a offrire la nostra collaborazione».
Si riaccende dunque la polemica su un tema molto delicato e che da qualche settimana è tornato di stretta attualità. Tema sul quale è intervenuta anche la direzione della Asst Sette Laghi che, fra l’altro, ha fatto sapere di «aver ha già introdotto tutte le misure che un ospedale può adottare per tentare di arginarlo. In particolare, delle videocamere sono state installate in diversi punti dell’ospedale, ma soprattutto la direzione ha dato disposizioni molto rigide al personale sulla necessità di chiudere le porte di accesso ai servizi alla fine del turno pomeridiano e ha richiesto alla portineria di intensificare la vigilanza soprattutto di sera e di notte precludendo l’accesso ai non autorizzati».
Purtroppo ieri mattina, quando gli agenti della polizia locale hanno invitato le due persone a uscire dall’area ospedaliera, alla domanda precisa su come siano entrati all’ospedale si sono sentiti rispondere «in bicicletta, dalla porta principale». Vero è che controllare tutti coloro che vanno e vengono dal “Galmarini” è impresa difficile, ma ancora una volta si ripropone un problema che da qualche anno si fatica a risolvere. Problema che, in qualche modo, è sul tavolo delle rappresentanze sindacali anche perché i dipendenti, così come i pazienti e i loro familiari, non si sentono sicuri, soprattutto di notte, per la presenza di senzatetto o comunque personaggi noti come tossicodipendenti che passano la notte nel nosocomio.
In qualche occasione sono state scoperte persone che avevano occupato le camere riservate ai pazienti. «Non ne possiamo più. L’ospedale, per il ruolo che riveste nella comunità, deve essere assolutamente sicuro», dicono da piazzale Zanaboni.
Il problema della sicurezza all’interno degli ospedali si avverte anche in altri nosocomi.
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