L’ERRORE E IL DOLORE
Tradate, tessera sanitaria al figlio morto da 16 anni
Nella buca delle lettere il plico con il nuovo documento del ragazzo scomparso. Genitori increduli e addolorati
Increduli e addolorati, vittime loro malgrado di storia dai contorni quanto meno grotteschi. I genitori di Alessandro non ci credevano: nella cassetta della posta hanno trovato una lettera che avrebbero preferito non fosse mai stata recapitata. Dentro il plico c’era la nuova tessera sanitaria del figlio con tanto di testo di accompagnamento che spiegava i vantaggi del documento. Con un piccolo particolare: il loro figlio Alessandro è morto 16 anni fa.
GLI OCCHI LUCIDI
«Un fatto increscioso a cui non sappiamo dare una spiegazione logica», dicono a voce bassa e con gli occhi lucidi i suoi genitori.
Logica, in una vicenda del genere, non ci può essere qualunque sia la spiegazione. O meglio: ci può essere se si pensa alla tecnologia, a gesti meccanici che sovrastano ogni plausibile razionalità le cui conseguenze, a volte, sono inimmaginabili. «Onestamente non sappiamo cosa fare - aggiungono - e neppure a chi rivolgersi pensando che questi documenti vengono emessi fuori città». Avrebbero voluto contattare le istituzioni sanitarie di Tradate ma al momento rimangono con i loro dubbi e le loro domande senza risposta. La tessera sanitaria è il documento personale, come è noto, che ha sostituito il tesserino su cui era stampato il codice fiscale. Essa viene rilasciata ai cittadini che ne hanno diritto e con essa accedono alle prestazioni fornite dal servizio sanitario nazionale (SSN). La nuova versione della tessera sanitaria, si legge nel testo con cui si annunciava la sua introduzione, permette anche l’accesso ai servizi offerti in rete dalla pubblica amministrazione, in assoluta sicurezza e nel rispetto della privacy. E alla privacy si appellano anche i genitori di Alessandro che hanno voluto rendere nota la loro vicenda per sensibilizzare non solo l’opinione pubblica ma anche coloro i quali fanno parte delle burocrazia.
LO SFOGO GARBATO
Uno sfogo fatto con garbo: «Non ce l’abbiamo con nessuno ma ci domandiamo se ai giorni nostri, con una digitalizzazione che ha raggiunto livelli di eccellenza, sia ancora possibile che accada quello che è accaduto alla nostra famiglia», è il pensiero dei parenti più prossimi di una persona scomparsa 16 anni fa. Aprendo quella lettera sono riaffiorati il dolore e i ricordi per una persona cara che se n’è andata troppo presto e che oltre tre lustri dopo la sua scomparsa è, evidentemente, ancora registrata nel database del Ministero della Salute. Chiudere scusa sarebbe il minimo sperando che una vicenda così clamorosa non si ripeta più: «Lo speriamo per coloro i quali dovessero trovarsi nella nostra situazione», la chiosa dei genitori di Alessandro.
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