INGORGHI
Traffico in tilt ai valichi
I ticinesi: tassate le auto dei frontalieri per incentivare i mezzi pubblici
Quanto sta accedendo sulle strade ticinesi con la ripresa della scuola e dell’attività lavorativa in presenza, potrebbe rientrare bene in una scena dello storico film di Luigi Comencini, “L’ingorgo”. Ponte Tresa, Gaggiolo, Chiasso, Clivio, per citarne alcuni, sono valichi che portano in aree del Ticino dove le strade sembrano non reggere più il traffico di frontalieri e residenti, con soprattutto i lavoratori italiani che – non erano molti nemmeno prima – in questa epoca di post-pandemia sono tornati a preferire l’auto ai mezzi pubblici.
Accade così che già di primo mattino si formano serpentoni di auto in coda con la domanda consueta sui gruppi social dove sono iscritti i frontalieri: «Ma che succede, siamo bloccati da mezz’ora?». Qualcuno impreca contro i presunti controlli al valico, altri si ripromettono di alzarsi un’ora prima il giorno dopo ma nulla. ogni volta è uguale, se non peggio perché l’ingorgo cresce. Quella che all’inizio veniva considerata quasi un’offesa da parte di taluni gruppi politici ticinesi, i quali chiedevano di tassare le auto dei frontalieri per invogliarli a prendere i mezzi pubblici, per molti cittadini svizzeri comincia a non essere così malvisto.
La Svizzera prova a correre ai ripari e il Dipartimento del territorio di Bellinzona nei giorni scorsi ha avviato un nuovo rilevamento statistico del traffico ai valichi di confine. L’obiettivo è raccogliere dati precisi in entrata e sulle abitudini di mobilità dei conducenti. Forse anche diversi lettori sono stati fermati per un’intervista a campione da personale con la pettorina gialla per sapere origine e destinazione del viaggio, scopo, periodicità e motivo dello spostamento, disponibilità di parcheggi riservati. I risultati del sondaggio alle dogane 2021 saranno pubblicati nei primi mesi del prossimo anno. Intanto si prendono iniziative come quella di chiudere intere vie al traffico veicolare in orari mattutini, che tuttavia non penalizzano solo i frontalieri ma anche i residenti. A tal proposito ieri alcuni politici comunali di Mendrisio, a proposito della chiusura di Ligornetto (poi interrotta), hanno rivolto un’interrogazione al Comune chiedendo se non sia il caso di munire i residenti di una vignetta lasciapassare per le vie della città a qualunque orario, differenziandoli dal resto del traffico transfrontaliero.
Ancora, in Ticino si chiedono se i sindaci italiani dei Comuni di frontiera o la Regio Insubrica hanno utilizzato tempo e risorse a pubblicizzare le offerte in tema di possibilità e prezzi del trasporto pubblico che in questi ultimi mesi ha potenziato in maniera incredibile per distanza e orari la capillarità dei mezzi. A Como è stato lanciato il progetto Smisto, promosso da Canton Ticino e Regione Lombardia: car pooling, parcheggi e navette aziendali. A Luino c’è l’Interreg Smart Border per la promozione della mobilità sostenibile tra il nord del varesotto e l’area del Locarnese, incentivando i mezzi pubblici. La sensazione generale, ad oggi, è che sul tema dei trasporti vi sia un solco profondo, un valico, una barriera tra i due Stati da abbattere il prima possibile. Del resto il problema delle code ai valichi era emerso più volte in passato, anche a causa dei controlli legati alla pandemia.
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