TRAGEDIA NEL LAGO
Lisanza, un anno dopo: preghiera per le vittime
Martedì breve cerimonia nella spiaggia del rione di Sesto Calende. Il sindaco: «Un pensiero per ricordare i morti del naufragio»

È passato quasi un anno da quella sera, quando il cielo si è oscurato e una tranquilla domenica di fine maggio si è trasformata in una sciagura che ancora adesso tutti ricordano.
Era il 28 maggio del 2023 quando la barca Gooduria si è inabissata nelle acque del Lago Maggiore davanti a Lisanza portando con sè la vita di quattro persone: per commemorare le vittime del naufragio martedì alle 19, nella spiaggia del rione di Sesto Calende, ci sarà una breve cerimonia.
«Un pensiero per ricordare i morti del naufragio che ha interrotto la vita di quattro persone, distrutto quella dei loro cari e che tanto ha scosso la comunità sestese», ha detto il sindaco Giovanni Buzzi che ha pensato e organizzato la piccola cerimonia. «Nulla di istituzionale, un momento di raccoglimento al quale è invitata la cittadinanza seguito da una preghiera di suffragio che verrà detta da uno dei parroci della città. Se il tempo non sarà clemente potremo andare nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo».
Insomma, un pensiero a Anna Bozhkova, la moglie dell’armatore dell’imbarcazione, a Claudio Alonzi e a Tiziana Barnobi, agenti dell’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna del nostro Paese, e a Erez Shimoni, ex agente del Mossad, cioè l’Istituto per l’intelligence e servizi speciali di Israele.
LE RAFFICHE E IL NAUFRAGIO
Quella domenica era iniziata come tante; il Verbano era pieno di motoscafi, barche a vela, gommoni e dei loro occupanti che si godevano gite e panorami quando nel tardo pomeriggio un’intensa perturbazione, come poche se ne erano viste sul lago, squarciò il cielo facendo rientrare tutti nelle rispettive marine. Anche la Gooduria, la barca che il proprietario Claudio Carminati usava per viverci con la moglie e per portare in giro i turisti, prese la via per tornare al cantiere Piccaluga di Lisanza dove aveva l’ormeggio. Un violento downburst con raffiche discendenti da oltre 110 chilometri all’ora fece però scuffiare l’imbarcazione. Da lì un susseguirsi di eventi: il ritrovamento dei cadaveri grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco, il salvataggio degli altri superstiti da parte di chi passava di lì, il recupero della barca tra diverse difficoltà.
LE MILLE DOMANDE
E poi le mille domande emerse alle molte anomalie: chi erano i passeggeri? Davvero erano agenti segreti riuniti per un incontro all’Isola dei Pescatori? Cosa facevano venticinque persone a bordo quando la barca ne poteva portare solo tredici? Perché la Gooduria era stata modificata così da renderla più debole alle forze del vento? Questioni che nel tempo hanno trovate risposte, a volte ancora un po’ nebulose. Pochi giorni fa Claudio Carminati, accusato di omicidio nautico colposo plurimo e naufragio colposo, è stato sentito dal procuratore capo Carlo Nocerino e dal pubblico ministero Massimo De Filippo di Busto Arsizio che stanno mettendo in ordine i pezzi di un complicato puzzle. «Sarei dovuto morire io, non loro», ha detto l’uomo davanti agli inquirenti. Così non è stato e a chi rimane non resta che ricordare, magari davanti alle acque del Lago Maggiore.
© Riproduzione Riservata