IL CASO
Tribunale, un venerdì nero
Ore di coda per un rinvio, manca addirittura la carta. E il futuro resta un'incognita
Il venerdì di passione del Tribunale di Gallarate, senza voler essere blasfemi, è iniziato di prima mattina. Quando, complici le ferie del togato d’udienza, avvocati del penale e del civile si sono trovati a doversi alternare davanti al giudice ordinario Valentina Sisia per discutere (o meglio: nella maggior parte dei casi vedersi rinviare) le rispettive cause fino alle 14 passate.
QUADRO - Se poi si aggiungono le voci che impazzano e che (nonostante le mille smentite) agitano lo spauracchio di imminenti chiusure del palagiustizia in chiave spending review — con conseguente disorientamento di chi deve preoccuparsi di stabilire rinvii e convocazioni di testimoni (a Busto Arsizio nella sede di via Volturno o ancora in viale Milano?) — ecco che il quadro di un venerdì di ordinaria follia è bell’e tracciato.
SCONTENTO - Il ritornello, insomma, si ripete. Avvocati e testimoni che scendono dall’aula penale con facce scure («Ore per un rinvio; non stupisce che le prescrizioni aumentino»), calendari di udienze infiniti (lunedì scorso erano oltre cinquanta i procedimenti da celebrare nell’arco della mattinata, molti dei quali infine rimandati al 2014, nel dubbio ancora a Gallarate), incertezze sul futuro. E pure i "soliti" inconvenienti che certo non aiutano a mandare avanti la baracca, dai computer che (quando funzionano) funzionano a rilento fino ad arrivare alla mancanza di carta che ieri ha portato a usare vecchi atti come fogli da riciclo per le fotocopie. Lo scenario, per farla breve, non è certo dei più felici. E, per farla ancora più breve, lo scontento tra i dipendenti è palpabile, cresciuto di giorno, pecca lamentata dopo pecca ancora irrisolta.
MARE - Ma se su questo versante al momento c’è poco che si possa fare (le risorse sono quelle che sono), per quel che rigaurda il futuro di viale Milano è il presidente della sezione penale Adet Toni Novik a mettere qualche punto fermo. Chiarendo però che, al momento, di certezze non ce ne sono affatto. «È ancora tutto in alto mare», ribadisce, confermando quanto dichiarato alla Prealpina nei giorni scorsi. «In attesa di notizie si è stabilito che Gallarate gestirà il penale fino a esaurimento dei fascicoli, senza acquisirne di nuovi». Da settembre poi, sperando che nel frattempo si sistemi anche la situazione politica, si potrà capirci di più. Forse.
IPOTESI - L’ipotesi di cui parlano i soliti bene informati è, comunque, il trasferimento del penale a Busto Arsizio e il mantenimento qui della sezione civile, non certo di dimensioni irrisorie, tutt’altro. Ma qualunque sia la piega che prenderanno gli eventi una cosa certa (o quasi) c’è: qualunque fossero le intenzioni del Comune su quei locali che si davano ormai vicini alla liberazione dall’attività giudiziaria, dovrà accantonarle. Stabilire per quanto, poi, è un altro problema.
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