IL CASO
Troppi piccioni, serve la pillola
Il Comune ricorre a un cibo anticoncezionale per ridurre la colonia di colombi

«La presenza di piccioni ha assunto aspetti preoccupanti». Lo sostiene l’assessore comunale Chiara Catella. E lo confermano diverse situazioni: i cornicioni sopra il municipio dove «si trova una colonia numerosissima di pennuti», così come «sul tetto del Palazzone, dell’edificio della Posta, della corte di via San Pietro e, fino a qualche tempo fa, della casa disabitata di via Roma 6, vera e propria colonia».
E non solo: «Abbiamo addirittura dovuto chiudere la fontana di piazza Montegrappa, ormai tramutatasi in bagno pubblico dei piccioni».
Risultato: deiezioni un po’ ovunque con pareti degli edifici e auto imbrattate, oltre ai problemi di igiene derivanti dalla presenza di questi pennuti.
«È diventato quindi assolutamente necessario - annuncia l’assessore - valutare una soluzione efficace per il resto del paese, ma rispettosa dell’ambiente e degli animali stessi».
Eccola: «È stata avviata una collaborazione con una ditta specializzata, la quale ha provveduto a redigere un progetto mirato per le necessità del nostro Comune». Si tratta di un programma da attuarsi almeno per un triennio, mediante l’integrazione di varie tipologie d’intervento, fra cui la somministrazione controllata di un farmaco antifecondativo a base di nicarbazina . «Avrà come effetti - spiega Chiara Catella - la diminuzione delle nascite e l’aumento dell’emigrazione e diminuzione dell’immigrazione da e verso la colonia. I piccioni giovani, infatti, abbandonano la colonia perché non sono attratti da nuovi nati, possibile fonte di accoppiamento». E, per lo stesso motivo, non c’è immigrazione di piccioni giovani verso la colonia trattata con il farmaco».
Si prevede una diminuzione annua, fino al terzo anno di trattamento, del 25-30% degli animali della colonia trattata.
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