IL PROCESSO
Truffe del resort: non si patteggia
Colpo di scena davanti al gup: le vittime devono essere risarcite ma non ci sono più soldi

Colpo di scena nella vicenda Puerto Azul, il resort fantasma sponsorizzato da John Travolta e, inconsapevolmente, dal tenore Andrea Bocelli: ieri mattina il gup Piera Bossi ha rigettato i patteggiamenti che procura e avvocati avevano già concordato.
Domenico Giannini, il capo promotore, aveva accettato una pena di ben quattro anni (sarebbero sei, ma ridotti per effetto del rito alternativo), altri tre coimputati oscillavano tra i tre e i quattro anni. Ma il giudice ha respinto per mancanza di risarcimenti. Giannini, O. A., Roberto Gimmarco e Claudio Bocchia a questo punto avranno tre strade.
La prima è riprovare con un patteggiamento previo ristoro delle cento vittime della truffa di Puerto Azul. Ma l’ipotesi è del tutto improbabile, perché sono circa duecento le persone frodate e agli imputati è stato confiscato tutto ciò che è stato possibile confiscare.
Soldi, insomma, non ce ne sono più, viceversa gli inquirenti avrebbero previsto la refusione.
Allora potranno scegliere il rito abbreviato oppure andare a dibattimento. Ma secondo il giudice «è rimasto del tutto inesplorato il terreno risarcitorio e non sono state riscontrate condotte - nemmeno dichiarative - di restituzione del profitto illecito che possano testare un iniziale cammino di resipiscenza degli imputati».
A parere del gup la vicenda scoperchiata dalle indagini del pubblico ministero Luigi Furno poggia su «un impianto di imputazioni articolato, esteso alla dimensione sovranazionale e connotato da condotte altamente lesive dei principi di correttezza e probità degli operatori del settore economico, sopratutto quello bancario e finanziario, nonché foriere di rilevanti danni patrimoniali».
Tra le parti civili che si sono presentate in aula, c’era anche la banca Fideuram, fatto che ha sconcertato gli avvocati Gianluca Fontana, Roberto Luciani e Gianluca Pizzuti, difensori di un nutrito gruppo di vittime.
Proprio loro infatti avevano denunciato l’istituto di credito ritenendolo corresponsabile degli illeciti, perché a parere dell’accusa l’affare del resort in Belize veniva proposto da due promotori di una filiale.
Si legge nelle imputazioni: «Giammarco e A., nelle qualità di promotori finanziari presso la banca Fideuram, incaricati con apposito contratto di mandato da Giannini a procacciare clientela per il progetto Puerto Azul, hanno indotto attraverso l’uso di contrattualistica fraudolenta e ingannevole a investire nel resort».
La Procura precisa però «in violazione del mandato presso la Fideuram», ma per gli avvocati di parte civile «la banca c’entra in pieno».
In sostanza ora gli atti sono stati rispediti ad altro gip, affinché fissi un’udienza nuova. Intanto A.B., uno degli indagati di spicco, resta latitante a Santo Domingo.
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