NIENTE PATTEGGIAMENTO
Cinque anni ai pusher? Troppo poco
Speravano di cavarsela con un patteggiamento in regime di saldi, 7 chili di cocaina purissima liquidati con una pena di cinque anni.
Ma il gup Piera Bossi ha respinto gli accordi che gli avvocati avevano preso in fase di indagine con il pubblico ministero Rossella Incardona: non si può prescindere dal comma dell’ingente quantità. E come stabilito dalla cassazione si applica superati i due chili di stupefacente. Imputati due italiani, padre e figlio, e due albanesi, marito e moglie.
L’unico per cui il giudice ha ratificato l’applicazione della condanna - tre anni - è il genitore. Il figlio mirava a cinque anni, a quattro anni e otto mesi puntava la coppia albanese. Ma ora gli atti sono tornati al pm Incardona che dovrà ricalcolare tutto.
Gli arresti risalgono allo scorso marzo. Quando i carabinieri perquisirono l’abitazione degli italiani trovarono un maxi poster di Clint Eastwood nel ruolo del Corriere di Sinaloa e 110mila euro in contanti infilati in una busta di plastica. Poi altri 105 mila euro in una valigetta porta computer, una pressa da 12 tonnellate per preparare i panetti, uno stampo, una pistola Walther calibro 7.65 e soprattutto tanta droga.
I militari del nucleo operativo e radiomobile di Legnano tenevano da tempo sotto controllo la zona.
Il 22 marzo, appostati vicino alla casa dello spaccio in famiglia, videro arrivare in macchina un uomo e una donna - con due bimbi a bordo - e osservarono la cessione di sei chili al ventottenne.
Decisero quindi di intervenire e in un primo momento le manette scattarono anche per mammà.
Complessa la ricostruzione della consegna di coca. Il giovane, nel suo veicolo, aspettava gli albanesi, giunti con l’auto davanti al cancello. La donna passò un sacchetto di carta al marito, il quale lo dette al ventottenne che poi lo mise nell’abitacolo.
Quando la famigliola di immigrati innestò la marcia per tornarsene nel Novarese, i militari blindarono tutti. Compresi i genitori sessantenni che osservavano la scena dal ballatoio della casa. Il padre ammise subito la detenzione dell’arma, risultata rubata a gennaio a Voghera.
L’uomo indicò anche un ulteriore panetto da oltre un chilo, conservato in una cassettiera del ripostiglio, e l’attrezzatura per confezionare i pacchetti.
Nella camera del ventottenne, oltre alla locandina del film, c’erano i 110 mila euro e un elenco di nomi, numeri, quantità.
La perquisizione venne estesa anche all’abitazione della coppia novarese, che nascondeva oltre 105mila euro. Per gli inquirenti non ci furono dubbi: lo stupefacente era per tutti e cinque un vero e proprio business a conduzione domestica, portato però a livelli elevatissimi.
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