TENTATO OMICIDIO
«Volevo solo picchiarlo»
Aggressione a colpi d’ascia, c’è la confessione: «Ho perso la testa»
«Ho perso la testa. Volevo solo picchiarlo ma poi non ho capito più nulla»: ha ammesso ogni addebito il turco arrestato domenica 8 settembre per il tentato omicidio del connazionale.
Ieri mattina, mercoledì 11 settembre, l’uomo è stato interrogato in carcere dal gip Luisa Bovitutti e dal pubblico ministero Stefania Brusa e, difeso dall’avvocato Manuela Calò, non si è nascosto dietro giustificazioni inverosimili.
Ha ribadito il movente che già aveva ammesso ai carabinieri subito dopo l’aggressione, ossia la sensazione di essere stato turlupinato dal conoscente, un uomo che suo padre gli aveva presentato a maggio e che gli aveva promesso il subaffitto della casa dietro un compenso di 3.400 euro.
«Mi sono sentito preso in giro, lui non voleva più lasciarmi la casa e non intendeva restituirmi i soldi. Mi sono ritrovato senza un centesimo e con una famiglia che sarebbe rimasta senza un tetto sopra la testa», ha spiegato l’indagato. Così sabato pomeriggio, 10 settembre, si è recato in un negozio cinese e ha comparato un’accetta.
Non ha negato di aver avuto l’intenzione di usarla contro il proprietario di casa.
«Ma volevo solo picchiarlo», ha ripetuto. È chiaro che alla base di quell’aggressione così truculenta e violenta ci sia un disturbo piuttosto serio. E in effetti il quarantaduenne era già seguito dal Cps.
A questo punto quindi il pm Brusa disporrà una consulenza psichiatrica per accertare le sue facoltà psichiche e la capacità di stare in giudizio.
Nel frattempo restano stabili le condizioni della vittima: il referto medico indicava sfondamento cranico, esposizione di materia cerebrale, enucleazione oculare.
Sottoposto a un intervento chirurgico urgente, per ora il ferito resta in prognosi riservata. L’uomo, almeno stando alla ricostruzione dell’indagato, aveva garantito all’aggressore che dopo l’estate avrebbe lasciato l’alloggio libero per lui e la sua famiglia.
L’accordo era stato sancito dal versamento di 3400 euro, senza alcun atto scritto o siglato davanti a un pubblico ufficiale.
L’indagato partì con moglie e figli per la Turchia, convinto che al rientro avrebbe avuto un posto dove stare.
Invece, il 6 settembre, la sgradevole sorpresa: il conoscente non solo non se n’era andato ma aveva pure cambiato idea sulla sublocazione.
Ci fu una prima discussione che non portò a nulla e per quella notte dormirono tutti insieme ma in stanze diverse.
L’indomani mattina, alle 10.50, un’altra lite furiosa, che rese necessario l’intervento della pattuglia di Castano Primo.
Nel pomeriggio il quarantaduenne si comprò l’ascia e quella stessa sera, mentre il proprietario riposava sul divano diede vita alla follia sanguinaria.
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