SERIE C
Patrizia Testa al cento per cento
Il vice Tiburzi lascia, tutte le quote della Pro Patria al presidente

Cento per cento. Nell’anno del centenario. L’impegno di Patrizia Testa sul ponte di comando della Pro Patria diventa ancor più totale. Nazareno Tiburzi, infatti, ha lasciato la carica di vice presidente e la posizione di socio di minoranza (con l’11%): «Una sua scelta» spiega la first lady biancoblù, che si avvia ad iniziare il suo quinto campionato in via Ca’ Bianca questa volta con l’intero pacchetto di quote sulle spalle. Reggere da sola il peso della serie C non è semplice. Anzi, molto complicato. Ma la “numero uno” tigrotta ha deciso di proseguire, confortata dall’affidabilità «di chi mi è vicino». A cominciare dal direttore sportivo, Sandro Turotti, e dall’allenatore, Ivan Javorcic. Nei rispettivi ruoli, infatti, i due stanno compiendo un lavoro notevole, nel solco di una politica improntata alla sostenibilità . «Nel limite delle nostre possibilità stiamo operando con l’obiettivo di gettare le basi per il domani - spiega Patrizia Testa -. Faccio un esempio: per la sottoscritta sarebbe stato più comodo, dal punto di vista delle spese, puntare su più prestiti o su altre soluzioni al risparmio, invece abbiamo voluto investire su ragazzi di prospettiva». È il discorso della patrimonializzazione, già spiegato in sede di mercato da Turotti, che ha portato ad acquisire a titolo definitivo e a blindare per più stagioni giocatori come Lombardoni, Brignoli e Spizzichino.
Domenica, per la prima di campionato, arriverà a Busto una corazzata come il Monza, allestita da una società con potenzialità economiche enormi e ambizioni analoghe. C’è un po’ di invidia? «L’invidia non fa parte del mio modo di essere, preferisco l’ammirazione - risponde la presidentessa -. Con tutto il rispetto per il Monza, che è massimo, non invidio nulla. Certo, hanno più soldi di noi. E quelli - sorride - mi piacerebbe averli per poter far lavorare Turotti e Javorcic in condizioni migliori. Per il resto mi tengo stretti gli uomini che ho. Partendo proprio dal mio direttore e dal mio allenatore». C’è orgoglio nelle parole della donna che ha rilanciato e rilucidato la Pro Patria. Anche quando sottolinea che «il lavoro da noi compiuto negli ultimi anni è stato all’insegna della serietà, la credibilità è stata riguadagnata con i fatti. Non ci si può più riferire a questioni del passato per giustificare la lontananza da questi colori». Un concetto chiaro, che riporta su un tasto doloroso per il massimo dirigente: la mancanza di supporti. «L’ho ripetuto più volte: auspicavo una maggiore collaborazione dal territorio. Il fatto di non avere a fianco imprenditori della zona disposti a condividere con me l’impegno economico e la passione per la Pro rappresenta un grande rammarico. Nel pensare al futuro della società e a possibili supporti, dunque, devo guardare fuori Busto e sondare realtà con intenzioni serie in grado eventualmente di aiutare il club».
Al momento, tuttavia, non si è concretizzato nulla: gli abboccamenti degli ultimi mesi non hanno portato a sviluppi tangibili. La Pro Patria che si appresta a tuffarsi nel secondo campionato consecutivo di serie C, dunque, è ancora all’insegna di Patrizia Testa. Al cento per cento.
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