BUONE NOTIZIE
Un gigante per l'Isolino
Sarà Gulliver a garantire la sopravvivenza del Virginia, perla del lago di Varese a rischio di "affondamento"

Una storia proprio come l’avrebbe scritta Jonathan Swift. Il gigante Gulliver sbarca nella piccola isola e l’aiuta a risollevarsi e vincere la guerra. Contro il degrado e l’abbandono. Districando i nodi della burocrazia e dell’incuria. Pubblica e privata. Mica facile, ma come insegna l’esperienza dell’Expo i cantieri possono, se c’è la decisione e la volontà, lavorare senza perdere tempo. E cancellare i ritardi accumulati.
La data della vittoria adesso è già segnata sul calendario. Molto vicina, tra pochi giorni: 1° agosto. Sabato, arriveranno le autorità, gli invitati, i primi visitatori, le prime famiglie. Un concerto e la nuova vita dell’Isolino Virginia, piccola perla del Lago di Varese, potrà cominciare. Grazie a Gulliver, anzi «al» Gulliver. Il centro di comunità terapeutico e di recupero sociale fondato e guidato da don Michele Barban aggiunge questa nuova sfida alle tante, dall’azienda agricola dei Mirtilli alla fattoria didattica della Tagliata al Teatro Santuccio. E come è avvenuto in particolare con il teatrino di via Sacco a Varese, il recupero di una struttura storica del patrimonio diventa allo stesso tempo strumento educativo e metafora di un recupero delle persone a rischio di emarginazione.
Il cantiere e il vecchio motoscafo
Sbarchiamo nell’isola delle palafitte - patrimonio dell’Unesco dal 2011 - dal battellino timonato da Alessio Longo, figlio degli ex gestori del ristorante vicino al molo. Ci accompagna Fausto Caravati, direttore del popolare coro varesino dei Greensleaves e promotore di eventi musicali con la sua associazione Solevoci ma anche dipendente del centro Gulliver, al quale sono stati affidati la supervisione dei lavori e la comunicazione. Il simbolo degli anni di declino galleggia a due passi dalla riva: il vecchio motoscafo che faceva la spola da Biandronno, colato a picco nel fango. Non è certo la Costa Concordia di Schettino, ma spostare il relitto si è rivelato un problema: non deve strisciare nemmeno di qualche metro sul fondale del lago, che è terreno archeologico, tutelato e intoccabile. La rimozione è stata bloccata, ora va sollevato, o smantellato sul posto. Si farà, assicurano.
L’iter: dal bando ad oggi
Secchi colmi di calcinacci, tubi, attrezzi: siamo nel cantiere. Sono pochi giorni che si è cominciato a fare sul serio, smantellando quanto va eliminato, dopo un labirinto tra documenti e firme, e una altalena di autorizzazioni, culminati nel via libera del Comune di Varese al progetto «L’isola che c’è». Un iter iniziato ufficialmente con un bando di concorso nel febbraio scorso per individuare non solo un nuovo gestore della ristorazione, ma anche un responsabile della custodia del piccolo parco dove si trovano il museo, le aree di scavo e il percorso archeologico, quindi curando il verde e le diverse attrezzature a disposizione dei visitatori, dai giochi per i bambini a un piccolo palcoscenico per gli spettacoli.
Si alzi anche il sipario
Custodire, infatti, ma anche animare. Con musica, recite. E anche visite per le scuole, convegni, laboratori di archeologia, in collaborazione con il Museo Ponti, quello dell’isola, a sua volta bisognoso di una rinfrescata e di un allestimento più moderno, e quello di Villa Mirabello a Varese, al quale è collegato. Ci saranno - dicono - almeno due manifestazioni al mese ogni anno. Con occhi attenti anche a tutto quanto fa da cornice all’Isolino, all’ambiente del lago, alla flora e alla fauna, ma soprattutto ai suoi protagonisti umani, come i pescatori. Una tradizione che sopravvive, tra mille difficoltà, e che potrebbe trovare nuova linfa proprio dalla rinascita dell’Isolino.
Associazioni e ristorante
Il Gulliver si è fatto così capofila di una piccola rete di associazioni culturali, Arteteatro, Filmstudio ‘90, Circo di Note, oltre alla citata Solevoci. Per il ristorante c’è un accordo con I Tigli, noto locale di Paolo Moalli a Gallarate, e due soggetti sociali legati al Gulliver, i Mirtilli e Homo Faber, che ha come obiettivo l’inserimento nel mondo del lavoro di persone che hanno completato un percorso di riabilitazione. Sulla veranda esterna affacciata al lago (venti coperti) o nel caldo locale interno con il camino (sessanta posti) si tornerà a proporre una cucina legata alle tradizioni del territorio, con prodotti il più possibile locali e, ovviamente, lacuali. La filosofia del menù è già ben delineata nel contratto con qualche esempio concreto: risotto con persico, anatra selvatica arrosto, pesce in carpione, polenta e selvaggina, lavarello…
Budget e fondazione Ubi banca
Il budget stimato è di 120mila euro, al quale dovrebbe contribuire la fondazione di Ubi banca. L’idea era stata di partire già il 1° maggio scorso, in coincidenza con l’inaugurazione di Expo, ma i ritardi nel mettere a punto gli accordi hanno fatto slittare tutto di tre mesi. «Ma finalmente ci siamo. Ci sono state polemiche sull’abbandono dell’Isolino Virginia ma noi intanto - rimarca con soddisfazione don Barban - abbiamo lavorato in silenzio a definire un progetto che mi auguro sarà molto gradito ai varesini e ai visitatori di questo luogo bellissimo che meritava di venire nuovamente reso godibile a tutti, ma nel quale potremo anche ulteriormente sviluppare la nostra missione sociale, che dura ormai da trent’anni».
Due settimane all’Expo
Il Gulliver sarà anche all’Expo di Milano. Fino al 26 luglio, il centro di solidarietà varesino presenterà le sue attività e i prodotti agricoli dell’azienda sociale I Mirtilli di Bregazzana in uno spazio della Cascina Triulza. Dal 2011 è in corso una collaborazione a un progetto nazionale di aziende agricole dove lavorano ex carcerati o tossicodipendenti nella fase conclusiva del recupero. Il Gulliver opera in accordo con altre due strutture analoghe, il Csa di Arezzo e il Ceis San Crispino di Viterbo, all’iniziativa intitolata «Ricominciamo dalla Terra» per trasformare terreni abbandonati in appezzamenti biologici certificati per coltivare prodotti genuini e di alta qualità, commercializzati con il comune brand «aManiNude». Se del Gulliver sono apprezzate le composte di frutta e le passate di pomodori, i toscani producono miele e i laziali si sono specializzati nell’olio extravergine di oliva.
Il 18 luglio alla Cascina Triulza dell’Expo si è tenuto un incontro di presentazione sul tema dell’agricoltura sociale come strumento di recupero terapeutico, a cui ha partecipato anche Matteo Pisciotta, chef varesino del ristorante «Luce» di Villa Panza.
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