TESORI
Un patrimonio sott’acqua
Sabato l’inaugurazione del sito Unesco di Bodio Centrale. La Soprintendenza Archeologica di Milano ha concluso i lavori sulla palafitta che racconta la vita nell’Età del Bronzo

«Sono più di cento quei pali di ontano, immersi nell’acqua a 20 metri dalla riva e sono lì a dirci - evidenzia il sindaco Eleonora Paolelli - che la cultura l’abbiamo sotto casa, anzi sotto l’acqua».
Merita di essere sottolineato e fatto conoscere questo privilegio offerto dal lago di Varese. E l’Unesco lo ha fatto.
Sabato alle 11 sul lungolago sarà inaugurato il sito Unesco di Bodio Centrale, la palafitta a cui gli esperti hanno dedicato lunghi anni di studio sotto l’egida della Soprintendenza Archeologica di Milano. Alla cerimonia, che, in caso di maltempo si terrà nella sala consiliare, parteciperanno Stefano Bruno Galli, assessore regionale all’Autonomia e alla Cultura, il consigliere regionale Emanuele Monti, Daniela Patrizia Locatelli, direttore della Soprintendenza Archeologica, Barbara Grassi, curatrice del progetto e il sindaco Eleonora Paolelli.
«Dopo anni di studi e di ricerche - afferma quest’ultima - con l’amministrazione comunale sono lieta di comunicare la conclusione dei lavori, iniziati dalla Soprintendenza nel 2006, con i primi sorprendenti risultati e sviluppati in un ampio progetto nel 2010, grazie ad un bando regionale per la promozione di interventi di valorizzazione del patrimonio archeologico lombardo, cui aveva aderito la Regione, stanziando un finanziamento di 78.120 euro, pari al 75% dell’importo complessivo. Chiudiamo, quindi, un progetto durato anni in cui noi e la Soprintendenza abbiamo fortemente creduto».
È interessante ascoltare il sindaco quando spiega l’ipotesi che la palafitta di Bodio Centrale sia solo parte di un abitato molto più esteso che si estendeva da Galliate Lombardo fino a Cazzago Brabbia del quale sono rimasti piccoli nuclei come la stazione Ponti di Cazzago, attorno a cui si sono svolti e si stanno svolgendo studi, la stazione Maresco o Desor e quella Keller o del Gaggio verso Galliate.
«I risultati ottenuti - riprende - sono stati molto importanti e hanno consentito di rivalutare lo sviluppo degli insediamenti preistorici del lago di Varese, nonostante le ricerche condotte siano state molto limitate rispetto, come ho detto precedentemente, all’estensione del sito. I lavori non sono stati sempre semplici, essendo il campo di lavoro in acqua. Di conseguenza è stato necessario l’intervento anche di sommozzatori qualificati».
La Soprintendenza Archeologica ha realizzato un volume descrittivo delle ricerche, dal titolo “Storie sommerse. Ricerche alla palafitta di Bodio Centrale a 150 anni dalla scoperta” a cui ha fatto seguito un pieghevole, un dvd interattivo e un documentario realizzato dallo Iulm. Un punto importante informativo è costituito dalla pensilina, recentemente posata dall’amministrazione con pannelli esplicativi degli studi sul lido ora denominato “Lungolago Unesco“, “in quanto - spiega il sindaco - l’area appartiene al sito seriale transazionale “Siti Palafitticoli Preistorici dell’arco alpino“, iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco a Parigi nel 2011».
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