ANIMALI
Un ragno dato per scomparso: due lombardi lo riscoprono in Sicilia

Scomparso, come una delle tante specie di animali sulla Terra che sta vivendo una nuova estinzione di massa, la sesta nella sua storia, e una perdita di biodiversità così massiccia che non si verificava da oltre 65 milioni di anni, dall’estinzione dei dinosauri. Ma chi è scomparso? Parliamo dello Stegodyphus lineatus un ragno molto raro in Italia di cui fino a poco tempo fa esistevano solo segnalazioni antiche risalenti al 1876 che lo volevano in Sicilia e sull’isola di Pantelleria. Poi più nulla, 141 anni di silenzio, tanto che lo si dava ormai per estinto. Fino a quando a ritrovare le sue tracce e a immortalarlo sono stati due naturalisti e fotografi lombardi, il bustocco Marco Colombo e il milanese Matteo Di Nicola.
Cosa facevate sull’isola di Pantelleria?
Marco: «Siamo stati alcune volte sulla meravigliosa isola di Pantelleria per poter documentare la presenza di una specie di serpente incredibilmente bella, il colubro ferro di cavallo: innocuo e raro, in Italia è segnalato solo lì e nei dintorni di Cagliari, dove è stato portato dall’Africa settentrionale in tempi remoti, si pensa per opera dei Cartaginesi».
A Pantelleria è stata la esperienza lavorativa che avete fatto insieme?
Matteo: «No, io e Marco siamo amici e colleghi di spedizioni naturalistiche dai tempi dell’università. Abbiamo collaborato in diverse occasioni, ad esempio realizzando mostre fotografiche e conferenze a tema zoologico, diversi articoli divulgativi su testate come Natura o Piemonte Parchi ed infine un libro fotografico intitolato Paludi e squame: rettili e anfibi d’Italia».
Vi siete imbattuti in questo ragno dato per scomparso. Come lo avete scovato?
Matteo: «Quando ci muoviamo negli ambienti naturali, alla ricerca di una specie erpetologica da documentare, abbiamo l’abitudine di osservare ogni elemento che ci circonda perché ogni minimo scorcio può svelare qualche dettaglio o sorpresa interessante. Così e stato anche sull’isola: “setacciando” i muretti a secco ci siamo imbattuti in numerose (ed anche vistose) tele dalla forma peculiare, disposte sui cespugli nei dintorni. Da lì è stato naturale voler approfondire chi fossero gli abitanti al suo interno, e quando li abbiamo visti abbiamo capito che si trattava di Stegodyphus lineatus, un ragno raro».
Quali sono le sue caratteristiche?
Marco: «Si tratta di un ragno segnalato in nord Africa e Medio Oriente fino all’Asia centrale, che però in Europa non è molto comune; in particolare, in Italia esistevano pochissime segnalazioni risalenti ad oltre un secolo fa, per la Campania e la Sicilia, ma non se ne aveva più notizia. È un ragno lungo pochi centimetri, di colore grigio chiaro con delle macchie scure, dall’aspetto vellutato; vive sui cespugli in aree aride e calde, dove costruisce una tela disordinata per catturare le proprie prede, soprattutto vespe e coleotteri, rifugiandosi all’occasione all’interno di un imbuto che costruisce con la propria seta proprio come se fosse un tunnel».
Siete stati anche fortunati osservatori di un momento di predazione. Come si comporta?
Matteo: «La stagione primaverile era ormai inoltrata e molti erano gli insetti in volo attorno ai cespugli o deambulanti su foglie e rami. Quando uno di essi capitava sui fili dell’ingegnosa tela ne rimaneva intrappolato e, le vibrazioni provocate, facevano prontamente uscire il ragno dal suo “imbuto”, per precipitarsi a paralizzare la preda definitivamente con il suo veleno. Un metodo di predazione comune a molte specie. Ancora più interessante ed inaspettato è stato però osservare una lucertola campestre introdursi agilmente nell’imbuto per, probabilmente, tentare di predare il suo “inquilino”. Tentativo fallito sicuramente per la nostra troppo vicina presenza in quel momento... ma si tratta di un comportamento mai osservato prima in ogni caso!»
La scoperta fa capire quanto ancora ci sia da scoprire in zone apparentemente conosciute, ma anche quanto sia importante tutelare la biodiversità.
Marco: «Assolutamente sì! Sicuramente questo ragno non è mai sparito, anzi si è rivelato molto comune a Pantelleria dove lo avevano osservato nell’Ottocento, semplicemente in seguito non ci sono stati più studi al riguardo... La biodiversità è molto importante e va protetta in ogni modo, le scoperte sono proprio dietro l’angolo! I ragni possono fare paura o ribrezzo, ma sono nostri preziosi alleati contro gli insetti nocivi: alcuni studi mostrano come tutti i ragni del pianeta mangino nel complesso più tonnellate di insetti rispetto alle tonnellate di carne consumate da tutti gli umani insieme!»
Dopo questa parentesi pantesca vissuta insieme, a quali progetti state lavorando attualmente?
Marco: «Dopo il mio ultimo libro I tesori del fiume... sono ancora in giro per l’Italia per la promozione! Mi sposto spesso per conferenze e proiezioni sulla natura, senza dimenticare l’importante parte di campo per scattare nuove immagini».
Matteo: «In questo periodo sono in fase di ultimazione un volume inerente all’erpetologia di cui ancora per qualche settimana non è possibile svelare il titolo per motivi editoriali».
Serena Minazzi
© Riproduzione Riservata