DEGRADO AL CIMITERO
Un restauro per due
Cappelle del Boito e Ponti, il Comune pronto a intervenire: «Ma la Cantoni è privata, tocca ai proprietari»
«La manutenzione, in forza di tutti gli atti sottoscritti a suo tempo, è a carico dei proprietari».
Tradotto: anche l’assessore Sandro Rech, che oltre ai Lavori pubblici tra le varie deleghe ha quella ai Cimiteri, resta basito di fronte allo stato nel quale si trova la Cappella Cantoni al monumentale di viale Milano.
Ma, non essendo questa edicola funebre di proprietà del Comune, le macerie della lapide in memoria del capitano di industria Eugenio Cantoni sono un problema che deve essere risolto dalla famiglia.
«Dai parenti in linea di sangue». Nel caso non ce ne fossero più, beh, Palazzo Borghi potrebbe espropriare questo spazio - dopo aver adeguatamente deposto le spoglie secolari nell’ossario: «Il rispetto nei confronti dei defunti non si discute» - per poi sistemarlo e rimetterlo sul mercato.
Discorso diverso invece riguarda l’approccio nei confronti di queste strutture che si trovano su due filari alla destra e alla sinistra dell’ingresso principale, del Famedio compreso in una delle stecche e soprattutto della Cappella Ponti, tutte opere costruite su progetto dell’architetto Camillo Boito.
In tal caso c’è la volontà di intervenire, in modi diversi, per valorizzare quella che è una ricchezza culturale della città secondo il Fai (Fondo per l’ambiente italiano) che ne ha fatto un suo luogo, il critico d’arte Vittorio Sgarbi che l’ha lodata e lo stesso componente della giunta Cassani che ne riconosce l’importanza.
IL PIANO
Non a caso sulla scrivania di Rech, tra le varie carte, spunta il faldone di un piano di fattibilità per il restauro conservativo delle cappelle del Boito.
È il lavoro eseguito dal Politecnico di Milano. Potrebbe essere uno spunto. Al momento l’unica certezza è un impegno pubblico che racchiude una manifestazione di volontà: «Sicuramente interverremo nel Famedio con la manutenzione. Tuttavia stiamo anche valutando, nell’ottica di conservare il meraviglioso patrimonio architettonico lasciatoci dall’architetto Camillo Boito, un’opera esaustiva».
ll che significherebbe mettere mano quantomeno alle coperture dei due filari di edicole, cercando di coinvolgere i proprietari, per risolvere una volta per tutte il problema delle infiltrazioni. E in quella comunale riservata alle personalità civiche, ovviamente, vorrebbe dire sistemare pure l’interno.
LA COMPETENZA
Discorso diverso è quello del degrado attuale alla Cappella Cantoni. L’allarme arriva addirittura da Legnano: il consigliere comunale di opposizione Daniele Berti (Movimento X Legnano), che è appassionato di storia locale, grida allo scandalo tramite il suo blog per la lapide andata in pezzi e diventata un cumulo di macerie in mezzo all’edicola.
Colpa del propagarsi tra le mura di una pianta infestante. Ebbene, lo stesso sdegno di fronte allo sfregio dell’incuria è di Rech: «La competenza non è del Comune, ma dei proprietari».
Cioè, i discendenti della famiglia di capitani di industria il cui capostipite Costanzo (1800-1876) fu il primo, vero imprenditore cotoniero italiano e fu fondamentale nell’industrializzazione di Gallarate, Castellanza, Legnano e tante altre municipalità.
IL LUCCHETTO
Poi, ultimo, ma sicuramente non per importanza, c’è il caso della Cappella Ponti. Un gioiello architettonico posto perfettamente al centro del perimetro storico del cimitero di viale Milano. Questo sì di proprietà comunale. Anch’esso è bisognoso di cure.
Dunque? «Il problema è la porta di ingresso: non si riesce a chiudere con il chiavistello originale, dunque stiamo studiando una soluzione adeguata», assicura l’assessore. «Comunque, è al vaglio un intervento complessivo di manutenzione».
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